Matrimoni combinati a Fermo, due condanne

Guadagnavano soldi sulle unioni civili combinate con italiani: due indiani finiranno in carcere

Polizia

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Fermo, 17 aprile 2022 - Lui, per conto dei componenti della banda, doveva organizzare matrimoni fittizi con italiane allo scopo di far prendere la cittadinanza ad alcuni indiani, loro dovevano versare cospicue somme per il servizio. Alla fine alcune delle donne che si erano prestate erano scappate, dopo aver incassato i soldi, mentre il mediatore era stato sequestrato e letteralmente massacrato di botte dai personaggi di spicco della "consorteria a delinquere" che guadagnava denaro sulle unioni civili combinate. L’intricata vicenda si è conclusa davanti la Collegio penale del tribunale di Fermo, con le pesanti condanne dei leader dell’organizzazione: Kumar Vipan, pena di sette anni, e Gurpal Sing, pena di sei anni e sei mesi. L’indagine della polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo si era consumata in varie zone del Fermano e aveva avuto il suo violento epilogo a Porto Sant’Elpidio. Un epilogo che aveva condotto alla denuncia di sette persone accusate a vario titolo di sequestro di persona, lesioni aggravate, estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso.

Cinque avevano già patteggiato la pena, mentre, come detto, i capi del sodalizio sono stati condannati in primo grado con rito ordinario. Tra gli imputati che avevano patteggiato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anche Antonino Cacciola, il 56enne di Sarnano incaricato di organizzare i matrimoni. L’uomo, come ritorsione, era stato vittima del sequestro di persona e del pestaggio da parte dei componenti della consorteria indiana. L’impianto accusatorio, formato dalle prove acquisite dagli atti amministrativi forniti dagli uomini dell’Ufficio immigrazione della polizia dalle indagini di polizia giudiziaria condotte dalla Procura della Repubblica, aveva delineato l’esistenza di un sodalizio che si era radicato anche nella nostra realtà territoriale per compiere i propri misfatti. Gli atti amministrativi dai quali era scaturita la vicenda penale riguardavano accertamenti di convivenza svolti dall’Ufficio immigrazione finalizzati a verificare se moglie e marito, dopo che si erano stabiliti sul territorio nazionale, effettivamente convivessero e, in alcuni casi, il riscontro aveva avuto esito negativo, insospettendo gli investigatori.

Era emersa così una consorteria criminale piramidale, con al vertice Vipan e Sing. I due, offrivano tramite Caciolla cinquemila euro di compenso puliti, senza spese di viaggio e soggiorno per qualche parola durante la celebrazione ed una firma su qualche atto, soldi spesso dati in anticipo rispetto alla cerimonia. Però c’era stato l’inghippo e alcune promesse spose, dopo l’incasso, avevano cambiato idea e si erano dileguate. La responsabilità della perdita dei soldi era caduta sul mediatore, ovvero Caciolla. Così, per recuperare il denaro, l’uomo era stato raggiunto, fatto salire in auto circondato da complici stranieri del vertice dell’organizzazione, portato in un locale sconosciuto nel quale sono state spente le luci per accrescere il senso di impotenza del la vittima che era stata minacciata di morte e picchiata da più persone straniere con calci e pugni e con armi improprie come una chiave inglese e una catena, provocando gravi lesioni e la perdita di denti.