"Mauro, esempio per tutti Una fortuna averti avuto"

Le parole di don Vinicio nella chiesa gremita per l’addio a De Angelis. Famiglia, amici, la comunità di Lido e tanti altri hanno salutato l’imprenditore

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di Marisa Colibazzi

Troppo piccola la chiesa di San Norberto per contenere la folla che ieri ha voluto esserci per porgere l’ultimo saluto a Mauro De Angelis, deceduto a 75 anni. Sulla bara, accanto a splendide rosse rosse e al vessillo del centro sociale del quartiere Lido dove abitava e di cui era uno degli animatori più dinamici ed eclettici, svettava una foto in cui De Angelis, con papillon rosso e fascia tricolore, sembrava osservare i presenti con quel suo sorriso sornione e lo sguardo gentile e scanzonato di chi l’ha sempre saputa lunga e ha saputo guardare oltre ogni cosa. Don Vinicio Albanesi, dall’altare, ha sottolineato il talento di De Angelis: "In questo territorio siamo fortunati anche perché abbiamo avuto persone come Mauro che, grazie al loro talento, si adoperano oltre che per il benessere della propria famiglia, anche per quello della comunità, avendo dato la possibilità del benessere, nel lavoro, a tante persone. Non deve suonare strano, allora che anche in un momento di tristezza, possiamo ringraziare il Signore per tutto questo".

Sull’altare, uno dei quattro figli di De Angelis, Francesco, ha letto parole dettate dal cuore in cui ha descritto un babbo su cui c’era tanto da dire, ringraziandolo per "averci fatto vivere una vita serena, un ambiente familiare sano, mostrandoci sempre la strada giusta ma senza mai imporci nulla", esprimendo una meraviglia senza tempo nel constatare "la tua capacità di essere grande in tutto, di metterti in gioco senza preoccuparti del giudizio altrui. Sei sempre stato fuori dalla norma. L’hai fatto per tutta la tua vita, nel lavoro costruendo dal nulla tutto quello che oggi conosciamo. Amavi definirti uno ‘zingaro nobile’. Un uomo dalla vita piena. Non hai lasciato inutilizzato neanche un secondo della tua esistenza". E poi "la genialità da puro autodidatta, quel saper parlare con una sensazione di autorevolezza. Hai condiviso tutto quello che eri e che avevi – ha proseguito tra la commozione di tutti i presenti –, ci dicevi sempre che la felicità si ottiene condividendo le cose, non tenendole solo per sé. Questa chiesa strapiena testimonia chi sei e che cosa hai lasciato qualcosa di te ad ognuno che ha avuto la fortuna di conoscerti". Al termine di un intervento accorato e sentito, c’è stato un lungo applauso fatto di affetto e condivisone da parte dei numerosi presenti, parenti stretti, amici, conoscenti ma anche tanti amministratori comunali, dirigenti e dipendenti dell’Ecoelpidiense e di Idropompe, politici, imprenditori del territorio.