Artigiano nel mirino, il processo: "Facciamo sparire tuo figlio". E gli devastano casa e furgone

Due persone si sono recate a casa del muratore contestando il mancato svolgimento di lavori. I due sono finiti a giudizio, ieri in aula sono stati ascoltati i testimoni. Sentenza a giugno.

Artigiano nel mirino, il processo: "Facciamo sparire tuo figlio". E gli devastano casa e furgone

Artigiano nel mirino, il processo: "Facciamo sparire tuo figlio". E gli devastano casa e furgone

Minacce e danni a casa e furgone di un artigiano per un lavoro non concluso. Le intimidazioni, secondo le accuse, non sarebbero di poco conto: gli imputati avrebbero infatti minacciato la compagna dell’artigiano di "far sparire suo figlio". La vicenda, cominciata nel giugno del 2021, è culminata con il processo a carico di due persone, un 31enne originario dell’est Europa ma residente nel Ferrarese e una 34enne di origine sarda ma residente anch’essa sul territorio. I due sono accusati di minacce e danneggiamento. Tutto cominicia con alcuni lavori di ristrutturazione di una casa che i due imputati avevano commissionato a un artigiano ferrarese. Affidato l’incarico, i padroni di casa si allontanano per qualche giorno e, al loro ritorno, scoprono che l’opera non era ancora stata fatta. Decidono quindi di chiederne conto.

Si presentano così a casa dell’artigiano ma ci trovano solo la compagna, in quanto l’uomo in quel momento era assente. Iniziano a chiedere alla donna dove fosse il convivente, fino a quando, stando alla ricostruzione dell’accusa, non iniziano a minacciarla. Le avrebbero intimato di stare attenta perché gli sarebbe capitato qualcosa di brutto e che avrebbero fatto scomparire suo figlio. Ma questo era solo l’inizio. Sempre secondo l’impianto accusatorio i due avrebbero poi danneggiato con un martello i vetri del furgone e la bussola di vetro all’ingresso dell’abitazione, pretendendo che l’artigiano andasse a terminare i lavori (nonostante fosse notte fonda). Il caso è approdato ieri in udienza per ascoltare alcuni testimoni, dalle cui parole sarebbe emersa una scansione temporale degli eventi un po’ differente. Il caso tornerà in aula l’8 giugno per discussione e sentenza.

Federico Malavasi