Dall’indiscrezione alla bufera . Città divisa, duello Fabbri-Perego

Prima smentita poi confermata, l’ipotesi ha monopolizzato il dibattito politico anche in vista delle elezioni. Il centrodestra lo definì un ulteriore strumento per la sicurezza, il centrosinistra lo etichettò come un lager.

Dall’indiscrezione alla bufera . Città divisa, duello Fabbri-Perego

Dall’indiscrezione alla bufera . Città divisa, duello Fabbri-Perego

La notizia inizia a circolare in ottobre. La pulce all’orecchio sulla realizzazione di un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) a Ferrara la mette un servizio del quotidiano Domani, che indica la zona dell’Aeroporto come area individuata per la struttura. A riprenderla, portandola al centro del dibattito politico estense, è un’interpellanza del consigliere comunale Pd Davide Nanni, nella quale si chiede conto delle voci trapelate e della loro veridicità. In un primo momento, rispondendo al Carlino, il sindaco Alan Fabbri spiega di non esserne a conoscenza, liquidando l’indiscrezione come "infondata". In realtà, qualche elemento in più salta fuori nei giorni successivi. A inizio novembre si apprende infatti di una lettera del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – indirizzata prima di tutto al presidente della Regione Stefano Bonaccini – finalizzata a chiedere una valutazione sull’opportunità di aprire un Cpr nella nostra città. E, più precisamente, nell’area dell’ex aeroporto militare. Della stessa circostanza viene informato telefonicamente anche il prefetto Massimo Marchesiello.

La notizia dell’ipotesi di realizzare un centro per i rimpatri nella città estense ha un effetto deflagrante per il dibattito politico. Il fronte del centrosinistra, guidato dal Pd e dai sindacati, insorge al grido di "no ai lager". La polemica si infiamma, spaccando la città in due. Da una parte chi vede nel Cpr un’ulteriore arma sul fronte della sicurezza e contro l’immigrazione clandestina e dall’altra chi lo etichetta come un luogo di assurda detenzione e privazioni. Come già accaduto in altre occasioni, il Centro per i rimpatri fa scoppiare un nuovo duello tra il sindaco e l’arcivescovo Gian Carlo Perego. La bordata del prelato è fatta di domande: "Perché sviluppare l’idea di una città carcere?" Le ’risposte’ arrivano da Fabbri via social: "L’arcivescovo parla già di città carcere. Per me è l’esatto contrario". Mentre infuria la polemica, dietro le quinte iniziano le interlocuzioni sull’asse Ferrara-Roma, nella speranza di neutralizzare quella che ormai sembra essere una bomba innescata alla vigilia della campagna elettorale. Una prima ombra di svolta arriva a inizio dicembre, quando si apprende che sarebbero al vaglio siti alternativi, magari nel Basso Ferrarese. Poi, sul dibattito cala il silenzio. Passano le feste e ormai tutto sembra finito nel dimenticatoio, travolto dalla polemica sulle case popolari. Fino a qualche ora fa, quando si apprende dell’addio all’ipotesi Cpr, almeno per quanto riguarda il capoluogo.

f.m.