Il caso Motorizzazione. Mazzette e revisioni, il pm chiede il processo per diciannove imputati

L’udienza preliminare entra nel vivo con le prime discussioni. Le accuse vanno dalla corruzione al falso. Si torna in aula venerdì. In seguito toccherà a coloro che hanno scelto il rito abbreviato.

Il caso Motorizzazione. Mazzette e revisioni, il pm chiede il processo per diciannove imputati

Il caso Motorizzazione. Mazzette e revisioni, il pm chiede il processo per diciannove imputati

Dopo una serie di passaggi tecnici, l’udienza preliminare sul presunto giro di mazzette in Motorizzazione approda alla fase della discussione. Nella mattinata di ieri la lente si è stretta sui diciannove che hanno scelto di discutere l’udienza preliminare (inizialmente erano 23, ma nel frattempo altri quattro hanno optato per il rito abbreviato). Il pubblico ministero Andrea Maggioni ha chiesto per tutti quanti il rinvio a giudizio, mentre le difese hanno insistito per il proscioglimento. Il caso è stato poi aggiornato a venerdì prossimo, quando la discussione procederà. Si tratta di un procedimento complesso, che conta 72 imputati per accuse che vanno – a vario titolo – dalla corruzione al falso. Dei 72 imputati complessivi, diciannove appunto hanno scelto il rito ordinario mentre gli altri si sono orientati su riti alternativi. In particolare, 27 vanno verso il patteggiamento della pena mentre 26 hanno optato per il processo con il rito abbreviato.

L’inchiesta. Con l’operazione ‘Ghost inspections’, il pubblico ministero Maggioni aveva iscritto nel registro degli indagati più di 230 persone, accusate a vario titolo di corruzione e falso nell’esecuzione delle revisioni di centinaia di autocarri. Per la stragrande maggioranza si tratta di proprietari reali, ma in alcuni casi anche di prestanome dei camion che dovevano essere revisionati. Al vertice, il magistrato aveva individuato tre figure di riferimento: Cesare Franchi (assistito dall’avvocato Alberto Bova) in quanto dipendente della Motorizzazione addetto alle prove di revisione degli automezzi, Edoardo Caselli (assistito dall’avvocato Ciriaco Minichiello) anche lui dipendente della Motorizzazione addetto alle prove di revisione e Alessandro Barca (assistito dall’avvocato Alessandro Valenti) in qualità di presunto intermediario tra i proprietari degli automezzi e i funzionari pubblici, in quanto titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche. Per tutti e tre il pm chiese e ottenne misure cautelari, perché ritenuti la mente di tutto il presunto giro illecito.

I numeri. Insieme a loro, il processo è stato chiesto per altre 69 persone, di fatto i proprietari dei mezzi che avevano ottenuto una revisione fasulla. Sono 407 le certificazioni fittizie che vengono contestate dalla procura e su cui ora si dovrà esprimere il giudice Russo. Degli altri indagati non compresi nei 72, 36 hanno già patteggiato la pena e per 120 circa lo stesso magistrato ha chiesto l’archiviazione. Il presunto sistema fraudolento contestato ruotava attorno ai due funzionari della Motorizzazione, individuati come coloro che, pagando, erano meno esigenti nel dare il via libera a mezzi che, altrimenti, non avrebbero mai superato la revisione.