Passa, ancora una volta, la linea Savini. Quella su via Favero è una battaglia che si è intestata. L’onore delle armi arriva dal capogruppo di Ferrara Bene Comune, Dario Maresca. "Abbiamo visto, anche in altre occasioni, con quale pervicacia la consigliera Savini porta avanti le sue istanze – premette il consigliere di opposizione –. Per cui, pur essendo contrario a questa commissione d’indagine, procediamo. Ma valuteremo alla fine, se sarà stata efficace". La vicenda è ormai arci-nota: la zona verde a cui la comunità di residenti è particolarmente affezionata potrebbe, in virtù di un’antica e discussa concessione rilasciata due legislature or sono, diventare edificabile. Per la verità la salvaguardia del parco era iniziata come battaglia bipartisan, poi è sulla procedura e su come arrivare a scoprire le tappe che hanno condotto alla definizione della vexata quaestio che si è consumato lo strappo. Tant’è che ieri, in Consiglio comunale, il primo inghippo è stato più che altro di natura procedurale. Le votazioni, il peso ponderale dei singoli gruppi a scrutinio segreto, l’elezione di presidente e vice. A sollevarle è stato il capogruppo del Pd, Francesco Colaiacovo dopo l’esposizione dell’emendamento alla delibera affidato al vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Nicola Lodi. Ma sorvolando sul tedio procedurale, nel merito il dem conferma su tutta la linea la posizione già espressa nel corso della riunione precedente.
"Siamo già entrati in campagna elettorale – scandisce Colaiacovo – e questa commissione d’indagine ha le sembianze di un’operazione politica. Convocando la terza commissione in via ‘ordinaria’ ci sarebbero tutti gli elementi di chiarezza per arrivare a ciò che davvero serve alla cittadinanza. Ossia un atto che annulli la concessione edilizia su quel terreno". Secondo l’esponente del Pd, insomma, il lavoro dovrebbe essere orientato alla stesura di "una delibera che blocchi la vecchia procedura e che permetta la salvaguardia di quel terreno". Il capogruppo pentastellato, Tommaso Mantovani – in evidenti difficoltà con il dispositivo tecnologico – propende per l’astensione. È invece la capogruppo di Ferrara Nostra, Francesca Savini che difende la linea Maginot. "La decisione di rendere edificabile quell’area – dice la consigliera – risale al 2013. Ma la storia del parco di via Favero presenta dei punti da chiarire, sui quali va fatta luce. Ed è giusto che i cittadini sappiano: è nel loro interesse. È stata questa la motivazione che ci ha spinti a formalizzare la richiesta di una commissione d’indagine".
Le accuse, dunque, sono rispedite al mittente. Tanto più, aggiunge Savini, "che molti consiglieri che ora pontificano su via Favero, a partire da Colaiacovo, sapevano di questa concessione da anni. Ma non hanno fatto nulla fino a oggi. Noi, al contrario, in due mesi stiamo cercando di dare risposte ai cittadini". Passa la proposta di maggioranza: sarà commissione d’indagine. La prima riunione è fissata per giovedì 21 dicembre. Alle 15. Questo, per ora, è il primo dato certo. Sul resto, si vedrà.