La rinascita del monastero. Firma con demanio e ministero. Il Comune acquista il chiostro

Restauro di Sant’Antonio Abate, il sindaco: "Nuove opportunità per l’intera comunità". Il bene verrà concesso per 50 anni a fronte di un investimento delle monache di 1 milione.

La rinascita del monastero. Firma con demanio e ministero. Il Comune acquista il chiostro

La rinascita del monastero. Firma con demanio e ministero. Il Comune acquista il chiostro

Nell’ottica del restauro del monastero di Sant’Antonio Abate (o di Sant’Antonio in Polesine) - Caserma Caneva, è stato sottoscritto un accordo di valorizzazione tra Comune di Ferrara, Agenzia del Demanio e ministero della Cultura.

La firma segna l’acquisizione da parte del Comune tramite il federalismo demaniale di una porzione significativa dell’immobile (secondo chiostro). Questa operazione consente di riunire in un’unica proprietà (comunale) il bene culturale e di concedere in uso gratuito alle monache anche gli spazi del secondo chiostro, finora del Demanio, al fine di valorizzare tutto il complesso. Il Comune, una volta proprietario, concederà al Monastero il bene per 50 anni a fronte di un investimento delle monache di 1 milione di euro. Il progetto è il risultato di una collaborazione dell’Ufficio patrimonio in sinergia con il Ministero della cultura, l’Agenzia del demanio e le monache benedettine, e prevede l’acquisizione a titolo non oneroso del secondo Chiostro del Monastero, finora di proprietà statale. Il primo era già di proprietà del Comune e concesso in uso alle monache di clausura benedettine. Il via libera era avvenuto lo scorso 5 dicembre 2023, con delibera di giunta comunale proposta dall’assessore al patrimonio Angela Travagli. Alla sottoscrizione dell’accordo di valorizzazione, che dà esecuzione alla delibera, seguirà la firma dell’atto notarile per il trasferimento, prevista in aprile. "Questo progetto non solo preserva e rivitalizza un significativo frammento del nostro patrimonio storico – afferma il sindaco Alan Fabbri – ma offre anche nuove opportunità per l’intera comunità di Ferrara. L’acquisizione e il recupero di questa parte del monastero rappresentano tappe cruciali per riportare in vita uno dei nostri tesori più degni di nota, contribuendo ad arricchire l’offerta culturale e turistica della città".

"Attraverso questo processo di restauro, non soltanto preserviamo un gioiello senza pari dell’antica Ferrara, ma lo rigeneriamo affinché possa diventare un punto di incontro e di scoperta – sottolinea l’assessore al Patrimonio, Angela Travagli –. La collaborazione con le monache benedettine è stata essenziale per rendere realtà questa trasformazione". L’intervento include un investimento misto, con una parte dei fondi provenienti dal progetto ‘Ducato Estense’ (circa 1.3 milioni di euro di provenienza ministeriale, dicastero della cultura) già impiegati per l’infrastruttura, e un contributo di 1 milione di euro fornito privatamente dalle Benedettine per il completamento della ristrutturazione. L’obiettivo finale è la realizzazione di un ‘Centro di valorizzazione della cultura e per l’accoglienza monastica benedettina’.