Morto in cella, disposta l’autopsia. Sospetti sul gesto volontario

L’uomo, un quarantenne originario di Portomaggiore, era finito in carcere dopo il rinvio a giudizio per stalking sulla ex.

Morto in cella, disposta l’autopsia  Sospetti sul gesto volontario

Morto in cella, disposta l’autopsia Sospetti sul gesto volontario

PORTOMAGGIORE

E’ una piaga che non accenna a fermarsi: i suicidi all’interno dei penitenziari Italiani. L’ultimo nel carcere Sant’Anna di Modena: da quanto si apprende a perdere la vita è stato un 40enne di Portomaggiore, nel ferrarese. L’uomo sarebbe deceduto a seguito delle esalazioni da gas provenienti da un fornello da campeggio ma gli accertamenti – per stabilire le esatte cause della morte – sono ora in corso. Il 40enne era in carcere in attesa di giudizio: era accusato di stalking nei confronti della sua ex compagna e, una volta rinviato a giudizio, era stato posto ai domiciliari. Lo scorso anno, però, il 40enne era evaso e per questo nei suo confronti era scattato l’inasprimento della misura cautelare, con il trasferimento in cella. A scoprire quanto accaduto è stato un agente della polizia penitenziaria: quando il poliziotto ha aperto la cella per far accedere Romagnoli al turno di lavoro, infatti, lo ha trovato accasciato a terra. Accanto al cadavere il fornello che esalava ancora odore di gas. Subito sono scattati i soccorsi e il medico del carcere, trasferito il detenuto in infermeria, ha provato a rianimarlo, ma il 40enne è morto poco dopo al pronto soccorso. Ora sull’episodio la Procura di Modena – che ha seguito anche le indagini sullo stalking consumato in provincia di Modena – ha aperto un fascicolo e nei prossimi giorni sarà disposta l’autopsia sulla salma del detenuto per capire se sia trattato di un gesto volontario – come si sospetta appunto – o se l’uomo abbia provato a stordirsi con il gas, una pratica diffusa nelle carceri.

"L’uomo è stato soccorso dalla polizia penitenziaria - affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale - ma non c’è stato niente da fare. L’insano gesto ha portato alla morte del detenuto. Ricordiamo che ogni anno la polizia penitenziaria salva la vita a circa 1700 detenuti che tentano il suicidio in carcere". Il quarantenne era molto conosciuto a Portomaggiore e Portoverrara. Aveva giocato a calcio, lavorato sulla costa ma da due anni era andato a vivere fuori provincia. Appresa la notizia, il cordoglio del sindaco Dario Bernardi.