MATTEO RADOGNA
Cronaca

Nella morsa dell’azzardo. Slot, lotterie e scommesse, crescono le richieste al Serd. Oltre novanta gli assistiti

I casi sono quadruplicati nell’arco di vent’anni. Più della metà sceglie il videopoker. I racconti: "Perdiamo tutto, anche le relazioni. Siamo condannati a solitudine e bugie". .

Nella morsa dell’azzardo. Slot, lotterie e scommesse,  crescono le richieste al Serd. Oltre novanta gli assistiti

Nella morsa dell’azzardo. Slot, lotterie e scommesse, crescono le richieste al Serd. Oltre novanta gli assistiti

Più pulita di un ospedale la sala slot moderna è ben diversa dalle prime della propria specie dove, varcata la soglia, venivi assalito da quel fastidioso odore di sigarette. Ma restano alcuni tratti caratteristici: le luci basse, gli schermi luminosi, gli occhi puntati sui tasti e il suono quasi ipnotico della slot machine in piena attività che risuona in tutta la sala. Siamo appena fuori dal centro di Ferrara, il parcheggio è già pieno di mattina, davanti a un edificio ritinteggiato di fresco. Prima era un negozio di fiori, ora è una sala scommesse. Si staglia la facciata bianca ricoperta di carte da gioco con l’insegna ‘aperto’. Il messaggio è chiaro: entrate e giocate. Ore 11 di venerdì mattina e sono già 7 le persone incollate davanti agli schermi illuminati. La maggior parte sono uomini, ma ci sono anche delle donne. Le stanze chiuse con i vetri azzurri e le luci basse creano un’atmosfera cupa, diversa dalla vita frenetica. Fuori, infatti, c’è il traffico cittadino e, dentro, è tutto calmo, risuonano solo i rumori acuti delle vincite e delle scommesse. Una realtà parallela. Qualcuno pensa se chiedere altri gettoni, nessuno parla.

Circa 60 apparecchi divisi in file da cinque, ricalcando perfettamente il modello dei casinò di Las Vegas. Tutte macchine diverse, ma con una sola regola in comune: il banco vince sempre. Orari molto elastici. "Aprono la mattina e chiudono la sera, dipende quante persone ci sono" risponde un cliente, gli occhi socchiusi e le mani ancora impegnate sui tasti. C’è un’umanità varia tra le slot: l’operaia, il pensionato, l’assicuratore, tutti accomunati dallo stesso problema: la ludopatia. I numeri si commentano da soli: le persone in carico al Serd (servizio per le dipendenze) a fine 2023 per problemi legati al gioco patologico sono 97; erano 26 a fine 2006, l’incremento è verosimilmente dovuto a vari fattori: la crescita del gioco, la maggior capacità dei servizi ad intercettare il problema, una maggiore autocoscienza dei giocatori sulla comprensione di avere un problema e di doversi far seguire. I nuovi casi presi in carico nel corso del 2023 sono stati 37 mentre sono state 31 le persone che hanno concluso il loro percorso col Serd. L’andamento negli anni evidenzia un picco di persone seguite nel 2019: 154. Delle 97 persone seguite, 50 sono residenti a Ferrara, le altre nel resto della provincia; 70 (pari al 72,2) per cento sono di sesso maschile, le altre 27 (27,8 per cento) di sesso femminile. Il 30 per cento delle persone seguite (29) ha più di 60 anni; ulteriori 26 sono nella fascia d’età 50-69; gli ultracinquantenni seguiti sono in percentuale il 53,7 del totale. Rispetto al tipo di gioco, il 51,7 per cento utilizza videopoker o slot machine o altri giochi su internet; il 15 per cento video lottery, il 16,7 gratta e vinci o lotterie istantanee, l’8,3 carte, il 6,6 scommesse su sport o animali; l’1,7 roulette o dadi.

Dopo il Covid sono tornati ad aumentare i giochi effettuati ‘in presenza’ (gratta e vinci e altro) rispetto a quelli su internet. A differenza di altre Regioni, in Emilia Romagna il gioco online non ha ancora superato il gioco fisico. La media della nostra regione nella spesa pro capite (parlando di gioco online) è pari a 903 euro, e si colloca al di sotto di quella nazionale che è 1.242 euro. Ferrara è la provincia in cui si gioca meno online. I giocatori preferiscono la vecchia sala slot. Come Barbara: "Mi rilasso davanti alla macchinetta. Che lavoro faccio? L’operaia e spendo qui anche 250 euro". Alla domanda come fa a permetterselo? La risposta è molto vaga: "Non perdo sempre, una volta ho vinto anche 850 euro". E se le viene chiesto perché non è al lavoro: "Oggi riposo". A pochi metri c’è un anziano carico delle consuete illusioni che sostengono la dipendenza: "Ho quasi vinto, ho recuperato quello che ho puntato, gioco in pari".

Il giocatore non si ferma mai, non c’è mai una vincita abbastanza grande da indurlo a smettere. Come Giovanna, una pensionata, che si fa accompagnare da un’amica: "Vengo qua una volta al mese, forse di più e la mia amica sta con me". Conferma l’altra pensionata: "Sì sono solo l’accompagnatrice e la guardo mettere continuamente i soldi. È l’unico divertimento che ha". Una donna è avvolta da un cappottone liso, indossa delle scarpe da tennis scamosciate che hanno macinato molta strada. In mano stringe una busta della spesa, con il pranzo, e una borsetta dalla quale estrae soldi ogni cinque minuti. Nel volto si legge un certo disagio. Un altro giocatore dice di aver scoperto il modo per evitare troppe perdite: "Gioco solo 20 euro poi quando li finisco, vado a casa. Non vado oltre". Anche lui non distoglie gli occhi nemmeno un secondo dal suo azzardo elettronico, se non per estrarre una banconota da 20 euro, darla in pasto al ‘cambia monete’ e poi ricominciare. "Con questi maledetti apparecchi – chiosa un altro giocatore –, finisce la vita di relazioni: non solo non hai più niente ma non ne parli con nessuno condannandoti alla solitudine e alla menzogna”.