"Sicurezza e integrazione. Pd, collante dell’alleanza. Vanno riaperte le consulte"

Enrico Segala si candida nel Pd di Ferrara per promuovere solidarietà e integrazione, puntando su coinvolgimento cittadini e politiche giovanili.

"Sicurezza e  integrazione. Pd, collante dell’alleanza. Vanno riaperte le consulte"

"Sicurezza e integrazione. Pd, collante dell’alleanza. Vanno riaperte le consulte"

Dice di sentirsi "figlio del Pd". Appartiene a quella storia che iniziò al Lingotto, nel 2007, dall’intuizione di Walter Veltroni. D’altra parte, all’epoca, Enrico Segala – avvocato 39enne, candidato nel Pd a sostegno di Anselmo – all’epoca era poco più che ventenne. Ha sempre votato lì, ma dal 2019 ha deciso di iscriversi al partito e, ora, di impegnarsi attivamente.

Segala, di cosa c’è bisogno nella politica ferrarese di oggi?

"Di solidarietà, di uscire dalla dimensione individuale e di ripensare il concetto di comunità. Questo più di altri il motivo che mi ha mosso a candidarmi nel Pd".

Nel concreto, come tradurre questo intendimento?

"Partiamo dalla sicurezza. Personalmente ritengo che sia l’integrazione la prima forma di garanzia di sicurezza. E qui, il mio riferimento è alla tematica migratoria della quale mi occupo anche sotto il profilo professionale. Ma Ferrara può essere una città più ‘semplice’ e dunque capace di integrare. Anche grazie all’amministrazione comunale".

Lei rappresentava una parte civile nel processo alla Mafia Nigeriana.

"Infatti non sono uno che nega la presenza di questa associazione criminale, figuriamoci. Ma penso che intervenire sulle persone che irregolarmente sono sul nostro territorio, agevolando le pratiche di integrazione (anche sul piano burocratico) possa essere un buon viatico per evitare che commetta reati. Serve una visione di lungo respiro, al di là dei cancelli".

Qual è il ruolo del Pd in questa campagna elettorale e nella coalizione?

"Giorgio Sasso e Sara Manservigi, oltre al segretario Talmelli hanno fatto un grande lavoro per tenere unita la coalizione che sostiene Anselmo, benché lui sia civico: un collante fra le diverse sensibilità".

Lei più volte, nei suoi interventi anche al circolo Nord, ha evidenziato l’esigenza di un maggiore coinvolgimento del territorio nelle scelte della politica.

"È una delle mie priorità. Penso che il Consiglio Comunale debba essere più vicino ai cittadini, ed è per questo che ho sposato l’idea di riaprire le consulte territoriali. Le vecchie circoscrizioni, per intenderci. Meno social e più contatto diretto tra rappresentanti e rappresentati".

Avete in mente qualcosa per i giovani?

"Sì, una politica che tenga assieme lo sviluppo di Ferrara città universitaria legando il centro con le frazioni, cercando di trattenere i talenti. Serve immaginare un piano casa che contempli anche il coinvolgimento di privati nel forese, sfruttando gli immobili sfitti e creando servizi adeguati per raggiungere tutti i punti della città. Parallelamente, occorre un’offerta culturale originale, che ci distingua dal panorama nazionale. Una medicina, insomma, per il lungo periodo".