Tecopress sciopera lunedì: "Non si può licenziare così"

Dosso, i sindacati annunciano stato di agitazione e presidio dopo il tavolo "Dall’oggi al domani ci hanno detto di voler mettere a casa 72 esuberi".

Tecopress sciopera lunedì: "Non si può licenziare così"

Tecopress sciopera lunedì: "Non si può licenziare così"

Un fulmine a ciel sereno. Questo ha rappresentato per i sindacati l’annuncio da parte dell’Azienda di voler procedere con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per settantadue dipendenti alla Tecopress di Dosso per fronteggiare una forte riduzione del fatturato atteso per l’anno 2024.

Ieri, allo stabilimento di via Statale, si è tenuta l’assemblea con i lavoratori in cui Stefano Bondi (Fiom Cgil), Patrizio Marzola (Fim Cisl), Alberto Finessi (Uilm) e i rappresentanti delle Rsu hanno illustrato nei dettagli quanto emerso nel tavolo con l’Azienda che si è tenuto giovedì scorso e sono state decise le prime azioni di mobilitazione: l’apertura dello stato di agitazione e la proclamazione dello sciopero, con presidio che si terrà nella giornata di lunedì.

Poi, di giorno in giorno, saranno decise le iniziative da intraprendere. Inoltre, verrà avanzata la richiesta alla Regione per l’urgente convocazione di un tavolo. E la volontà è anche quella di interessare Comune di Terre del Reno e Provincia. "È stato un fulmine a ciel sereno – ha rimarcato Finessi –, considerando che qualche mese fa il presidente della Regione Stefano Bonaccini è stato ospite qui per festeggiare un’Azienda che, colpita dal terremoto del maggio 2012, con non poca fatica e tanto merito da parte della Regione si è risollevata. Poi, in un attimo, è ‘cambiato il vento’".

Precisamente con l’annuncio relativo ai 72 esuberi: la prospettiva di un’apertura della procedura di licenziamento collettivo è stata respinta dai sindacati, che hanno richiesto alla direzione aziendale di ricorrere all’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. A partire dai contratti di solidarietà per 24 mesi. Richiesta che non è stata accolta dall’Azienda, "che – ha spiegato Stefano Bondi – si è resa disponibile solamente all’apertura di un anno di cassa integrazione straordinaria, che a noi non serve, sapendo che seguiranno licenziamenti. I contratti di solidarietà, invece, ci darebbero il tempo per fare una serie di ragionamenti su come ridurre l’impatto sociale".

Patrizio Marzola ha rimarcato che le organizzazioni sindacali, unitariamente, insisteranno per i contratti di solidarietà: "Ma qualunque sia l’ammortizzatore sociale, l’Azienda deve trovare un percorso attraverso le banche perché i dipendenti non debbano attendere 2 o 3 mesi i soldi dall’Inps per l’ammortizzatore sociale". Come ribadito dalle organizzazioni sindacali, "non è pensabile che in una regione come l’Emilia Romagna, in cui vi è il Patto per il Lavoro, firmato dalle associazioni datoriali con la Regione e i sindacati, in cui si definisce che prima di ricorrere ai licenziamenti si debba ricorrere a tutti gli ammortizzatori sociali disponibili, Tecopress decida dall’oggi al domani di licenziare il 45 % degli occupati in azienda". Ed è anche per questo che verrà richiesto un coinvolgimento forte da parte delle istituzioni, considerando anche il contesto in cui lo stabilimento è inserito, quello Ferrarese, che sta vivendo una situazione di forte difficoltà.

Valerio Franzoni