FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Unife, un 2022 in grande stile Pioggia di investimenti e contributi L’utile netto raggiunge i 42 milioni

L’Ateneo supera la bufera del Covid e del caro bollette: i proventi operativi sono aumentati di 25 milioni. Ben 150 dedicati a opere pubbliche. La rettrice Ramaciotti: "Solidità patrimoniale al primo posto".

Unife, un 2022 in grande stile Pioggia di investimenti e contributi L’utile netto raggiunge i 42 milioni

di Federico Di Bisceglie

Solidità patrimoniale, crescita e sviluppo. Se l’eccellenza si misura (anche) dalla solidità del bilancio, Unife primeggia senz’altro. Bastano pochi numeri per focalizzare questi risultati. L’utile netto del 2022 ammonta a quasi 42 milioni. In termini di investimenti sul lato opere pubbliche, si attesta a quota 150 milioni. Basta pensare che, nel triennio 2020-2022 gli investimenti sul patrimonio architettonico ammontavano a circa 86 milioni. La solidità patrimoniale è testimoniata dall’espansione del capitale investito fino a 459 milioni (+60 rispetto al 2021 e +106 rispetto al 2020) e da un margine di struttura, cresciuto dall’1,34 del 2020 all’1,42 del 2022, con un delta in termini assoluti di 44 milioni.

Pur in presenza di maggiori costi operativi per gestire il ritorno alla normalità dopo la pandemia e durante la crisi energetica (+14,5 milioni), Unife registra un importante incremento dei proventi operativi (+25,49 milioni), con un impatto netto sul risultato di quasi 11 milioni. L’incremento dei proventi è dovuto principalmente ai maggiori ricavi derivanti dai trasferimenti dal Ministero a valere sul Fondo per il finanziamento ordinario grazie alle straordinarie performance di Unife (+14 milioni), ai contributi per medici in formazione specialistica (+ 7,9 milioni), nonché all’incremento dei "Proventi da Ricerche con finanziamenti competitivi" (+1,8 milioni) e dei "Proventi per la didattica" (+1,5 milioni).

I maggiori costi sono invece dovuti all’aumento dei costi del personale (+3,3 milioni) e della gestione corrente (+11,3 milioni di euro), tra cui i costi per sostegno agli studenti (+5,9 milioni) e per l’acquisto di servizi e collaborazioni tecnico gestionali (+6 milioni circa) in considerazione dei maggiori costi per i servizi energetici e dei materiali edili per effetto delle tensioni dovute alla situazione politica internazionale.

Tra gli investimenti in eccellenza della ricerca, già decisi, figurano 5,2 milioni a sostegno e integrazione dei fondi Pnrr a sostegno della ricerca, 7,8 milioni nelle grandi attrezzature, 2 milioni nel Fondo di ateneo per la ricerca, un milione nel Fondo per l’Incentivazione alla Ricerca Dipartimentale. Particolarmente significativo è l’intervento per la realizzazione di una struttura residenziale all’ippodromo, candidato a un bando Pnrr per 17 milioni di euro di cui 3,2 a carico dell’Ateneo.

"I dati che emergono dal consuntivo – spiega la rettrice, Laura Ramaciotti – raccontano di un’istituzione che agisce secondo logiche di solidità patrimoniale, fluidità finanziaria e di economicità. Queste rappresentano le condizioni abilitanti al perseguimento delle attività necessarie a consolidare l’Ateneo di Ferrara in tutte le proprie mission: è questo, come più volte ribadito, l’orizzonte di questo mandato. L’Università di Ferrara guarda ambiziosamente in molteplici direzioni: a un incrocio sempre più efficace tra competenze e necessità espresse dal mondo del lavoro in termini di professionalità e di innovazione".