Un tuffo nel passato, in bici con la ’Furiosa’

Tanti appassionati cicloamatori ieri in città per la rievocazione in sella a pezzi da collezione. "E con questi si fa più fatica rispetto ad oggi"

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Volti che sembrano usciti da antiche cartoline, immagini in bianco e nero che prendono magicamente colore e vita e che fanno riassaporare il gusto speciale di un ciclismo che non esiste più ma che "La Furiosa" ha riportato anche a Ferrara. Organizzata da Simone Zannini, presidente del Po River, quest’anno la bella ciclostorica è cresciuta ancora, cimentandosi con un percorso che uscito da Ferrara ha toccato Copparo e Riva del Po, scoprendo strade bianche, luoghi unici, l’argine del Po e il piacere di una pedalata diversa, dove il tempo è solo un tic tac che scorre lento godendo del paesaggio e della compagnia. E’ questo che ha mosso un centinaio di appassionati ciclostorici a raggiungere Ferrara in sella alle loro biciclette d’epoca per prendere il via da Piazza Trento Trieste alla Furiosa, alla presenza anche dell’assessore al turismo Matteo Fornasini. Chi dal Veneto, il gruppo più numeroso da Bergamo e chi perfino dall’Umbria, con maglie di lana riprodotte fedelmente, guantini rigorosamente fatti a mano all’uncinetto e occhiali retrò in sella a bici restaurate, alcune coi cerchi in legno e altre difficili da trovare, eroici che sanno di dover far fatica in sella a quelli che Bartali stesso definì "pesanti cancelli" ma attirati dal conoscere il territorio, divertirsi in compagnia e assaggiare i prodotti tipici nei tre punti ristoro. "Su queste bici si fa molta più fatica che su quelle moderne ma permettono di capire cosa provassero grandi come Coppi o Gimondi, sulle strade di un tempo alla conquista del successo – dice Andrea Fornari di Parma che si è aggiudicato il premio come più ‘furioso’ –. La mia è una bici Taurus del 1928, con cerchi in legno e il carro posteriore coi foderi piatti per l’aerodinamicità, sulla quale ho fatto molte ciclostoriche come il Gavia, la Milano-Sanremo. Alla Furiosa vengo sempre, mi piace perché si sta tutti insieme e ci si gode il panorama". Tra le donne, il premio per la più ‘furiosa’ è andato a Laura Calori di Ferrara, mentre il premio per la bici se l’è aggiudicato il veronese Maurizio Carbognin per la sua Bianchi del 1962, originale e a un cambio Campagnolo. Menzione speciale invece per il ferrarese Mauro Maggiolini per la sua spettacolare De Rosa del 1982. "Era utilizzata dalla squadra Sammontana e l’ho rimessa a puntino con pezzi tutti originali e aiutato anche dal campione Baronchelli – racconta –. L’ho conosciuto per caso e quando gli spiegai il mio progetto, mi aiutò mandandomi anche le foto di quella che fu la sua bici, così che io potessi cercare tutti i pezzi originali e riprepararla come allora. E sto già pensando alla Furiosa dell’anno prossimo". Nel gruppo non si poteva non notare anche Silvano Croci di Parma, ex professionista ciclocross, che armato di copertoni incrociati sulle spalle era in sella alla sua bici francese Peroux del 1925 con cerchi in legno e solo 2 pignoni. In gruppo anche qualche donna come la ferrarese Lucia Caniato, alla sua prima esperienza dominando una Fantini.

Laura Guerra