MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Tempo scaduto. L’ora della verità per i balneari

E adesso cosa succede nelle nostre spiagge? La domanda, monotona, ce la ripetiamo da diciotto anni. Ora che diventa maggiorenne la cosiddetta legge Bolkestein, direttiva che nel 2006 ordinava bandi e aste per assegnare le concessioni balneari, la domanda assume toni decisamente più urgenti, quasi drammatici.

In Spagna, vedi il racconto qui a fianco, le scuri europee si sono abbattute sui mitici chiringuitos di Formentera e Baleari. In Italia ancora non è successo nulla o se volete è successo di tutto, a seconda dei punti di vista. Con la sentenza di qualche giorno fa il Consiglio di Stato è intervenuto 312 volte sul tema (cifra ipotetica, ma non sbagliamo di molto...), il Tar pure, la Corte europea idem, non sono mancate prese di posizione più o meno dure di capi di Stato, di governo e commissari europei. Nel frattempo l’ex ras olandese Frederik, detto Frits, Bolkestein è diventato un pensionato ribelle, ora 91enne, che negli anni ha in qualche modo sconfessato la sua creatura e persino l’utilità della moneta europea, il nostro euro.

La realtà è che il signor Mario Giacobazzi a caso del bagno X di Viserbella continua a ripetersi la stessa domanda del 2006: e adesso che faccio? Ma se all’epoca magari alzava le spallucce e pensava che tanto ci sarebbero voluti degli anni per dirimere la questione ("ci penseranno i miei figli") adesso si capisce, o meglio si intuisce, che prima o poi cambierà davvero qualcosa. Domani o fra uno, due o tre anni: non fra dieci. Il suo locale, la sua spiaggia che in realtà non è sua, non sono più intoccabili. Ha solo la concessione demaniale dell’area che paga due lire, pardon due euro. Però per acquistare quello stabilimento balneare, Giacobazzi e soci avevano pagato centinaia e centinaia di migliaia di euro, perché il mercato funzionava e funziona ancora così. Tutto alla luce del sole, senza raggiri. L’Europa vuole che la musica cambi, e magari ha ragione, ma un po’ di ragione ce l’hanno tutti.

Ma un po’ tutti, diciamocelo, in questi diciotto anni hanno dormicchiato, o meglio hanno fatto melina. Ora, 2024 o 2025 che sia, è il momento del coraggio.