Bologna, 16 maggio 2024 – Cinque studenti del Liceo Fermi sono stati sospesi dalle lezioni per aver organizzato l'occupazione dell'istituto con conseguenti danni alle strutture. Li hanno indicati come leader della protesta. Ma è giusto che ne paghino le conseguenze solo loro? Non credo che da soli abbiano causato i danneggiamenti che sono stati rilevati. Inoltre bisogna tenere il giusto equilibrio anche nelle punizioni per non inibire del tutto ai ragazzi il senso della critica e della protesta che, certo, non devono sfociare nella violenza.
Patrizia Vitali
Risponde Beppe Boni
Partiamo dai fatti concreti. Il presidente del Liceo Fermi ha stimato la conta dei danni in circa 20 mila euro. Non è poco. Sono state rovinate attrezzature informatiche, danneggiate suppellettili, imbrattati i muri e ci sono stati anche dei furti. Non si tratta di legittima protesta, ma di illegalità e violenza che vanno punite nella giusta misura. Il capo dipartimento del Ministro della pubblica istruzione, Carmela Palumbo, in febbraio ha emanato una direttiva che parla chiaro: "L'occupazione espone gli studenti a possibili reati, anche legati al danneggiamento di beni pubblici, che le scuole sono tenute a denunciare. Occorre valutare l'applicazione delle misure disciplinari previste dal Regolamento di ciascun istituto ed è necessario stimare la portata dei danni degli eventuali atti vandalici, considerando che troppo spesso se ne fa carico l'intera collettività e non gli autori. Dovranno essere poste a carico degli studenti responsabili le spese per le pulizie straordinarie e per il ripristino di arredi, pc e ogni altra attrezzatura di proprietà della scuola". Il quintetto dei leader era stato avvisato delle possibili conseguenze per chi è responsabile dell'organizzazione. Ma la richiesta di risarcimento danni coinvolgerà anche gli altri presenti all'occupazione che non sono stati sospesi dalla scuola. Vale sempre l'antico motto, chi rompe paga.