Addio 2023 L’infermiere eroe a Modigliana

Marco Tagliaferri sarebbe dovuto andare in pensione il 17 maggio, giorno dopo l’alluvione. L’ultimo turno? È durato 54 ore .

Nei film è un cliché: è sempre nell’ultimo giorno di lavoro prima della pensione che il protagonista si trova ad affrontare le sfide più estreme, capaci di mettere alla prova la sua lunga esperienza; per Marco Tagliaferri, modiglianese 63enne, infermiere del 118, però, è stata la dura realtà: la pensione sarebbe scattata il 17 maggio. Ma il giorno prima l’alluvione ha messo in ginocchio il territorio: in quelle ore drammatiche il tempo ha perso ogni significato e nessuno ha più potuto governare il corso degli eventi che sembravano inesorabilmente sfuggire di mano. "Il nostro equipaggio ha iniziato il turno alle 7 e avremmo dovuto terminare alle 19 – spiega Tagliaferri –. A causa del maltempo e delle aumentate necessità nel territorio ci è stato chiesto di proseguire anche nel turno successivo, che sarebbe durato ulteriori 12 ore, fino alle 7 del giorno dopo". Tantissime ore di servizio che, però, ben presto si sono dilatate ancora, dato che le strade erano impraticabili e nessuno sarebbe potuto arrivare per dare il cambio agli operatori: "L’aggravarsi della situazione meteorologica, con l’interruzione della viabilità ha reso impossibile l’avvicendamento, quindi dal martedì abbiamo proseguito senza interruzioni fino alle 13 di giovedì. Il mio servizio, nell’ultimo giorno lavorativo, è quindi durato 54 ore consecutive". Solo a questo punto, esausto e incredulo, Tagliaferri ha chiuso la sua esperienza lavorativa, cominciata da impiegato nei vari reparti dell’ospedale di Faenza, dove ha lavorato fino al 1996, quando è stato trasferito all’ospedale di comunità di Modigliana. Nel 1999 è passato a Forlì, in organico al 118 dove di avventure ne ha vissute tante (anni fa ha anche avuto l’occasione di contribuire al salvataggio di un 14enne in arresto cardiaco), ma forse nessuna memorabile come quella che ha segnato la conclusione definitiva del suo servizio e, agli occhi di molti, l’ha trasformato nientemeno che in un eroe simbolo dei giorni convulsi e surreali dell’alluvione.