Adinolfi squalifica l’alias: "Lo sport ha regole chiare"

Ancora polemiche per la scelta di Aics di introdurre il tesseramento no gender. Il presidente nazionale del popolo della Famiglia: "Scelta per avere visibilità".

Adinolfi squalifica l’alias: "Lo sport ha regole chiare"

Adinolfi squalifica l’alias: "Lo sport ha regole chiare"

La polemica sul tesseramento alias avviato da Aics non si placa. Anche il presidente nazionale del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, è intervenuto con una nota sulla questione: "Trovo fastidioso quando qualcuno cerca visibilità sulla pelle dei nostri figli, specie se minori".

In questi giorni di botta e risposta il movimento politico di ispirazione cristiana aveva accusato l’ente di promozione sportiva di "asservirsi al pensiero dominante" e di "creare confusione nei ragazzi". Anche Adinolfi torna a contestare l’irregolarità dell’identità alias nelle manifestazioni agonistiche: "Molea sa bene che i regolamenti sportivi prevedono due generi e si compete nel proprio sesso di appartenenza. Non è un caso o un vezzo. Il regolamento ricalca la semplicità della natura: maschi con i maschi, femmine con le femmine". Per il Popolo della Famiglia la questione è semplice: "Le identità alias non esistono. Molea lo sa bene che queste persone non potranno mai iscriversi a una gara ufficiale con il genere non anagrafico".

La scelta di Aics di essere più inclusivi per contrastare un disagio sociale che colpisce principalmente i giovani, secondo Adinolfi, non è altro che un modo per avere visibilità. Ma non solo, la nota rincara la dose con una critica al vetriolo facendo riferimento al tema della violenza di genere: "Dare la possibilità a un Mario di gareggiare come Maria fino a quando Mario adolescente sarà ben lieto di aver trovato un trucco per andare negli spogliatoi delle ragazze e magari combinare un guaio. A quel punto il signor Molea si traccerà una virgola rossa sotto l’occhio e sarà pronto a cavalcare un altro tema alla moda, proclamandosi femminista e contro il patriarcato".

Aics – per mano del suo presidente Bruno Molea – aveva già risposto via social alle critiche mosse dal movimento a livello forlivese, ribadendo l’importanza di dare a tutti l’opportunità di fare sport come diritto garantito dalla Costituzione. "I ragazzi e le ragazze – conclude il comunicato del presidente Adinolfi – nello sport meritano regole, chiarezza e una competizione sana con gli altri del proprio sesso, altrimenti, è un trucco che il doping al confronto è una bazzecola".

Valentina Paiano