MATTEO BONDI
Cronaca

"Aiutateci a creare un gattile a Bertinoro"

L’associazione ’Bertinogatti’ ha avviato una raccolta fondi online: "Ci servono 200mila euro per continuare la lotta contro il randagismo"

Le quattro volontarie fondatrici dell’associazione ’Bertinogatti’

Le quattro volontarie fondatrici dell’associazione ’Bertinogatti’

"Non dover più lasciare indietro nessuna vita" questo è l’auspicio della fondatrice dell’associazione ’Bertinogatti’, Chiara Palarini, quando parla del progetto di costruzione del gattile di Bertinoro. Lei, 26 anni, si occupa dei randagi dal 2018 e, insieme ad altre tre volontarie, Patrizia Betti, Barbara Righi e Simona Galassi, nel 2020 ha fondato l’associazione per poter continuare in maniera più strutturata a curare i gatti abbandonati, procedere con le sterilizzazioni e promuovere quante più adozioni possibile.

"Si tratta di un lavoro immane – spiega la fondatrice –, considerando che ogni primavera vengo tempestata di chiamate per andare a vedere le cucciolate che le persone trovano in giro. Parliamo di numeri enormi, circa 3.000 gattini ogni anno". Numeri che non si riescono più a contenere senza una struttura adeguata. Da qui il sogno di veder costruito il gattile.

Il Comune ha individuato un terreno da dare in concessione, si trova in via Caduti di via Fani a Panighina, ma il problema resta concreto: "Non abbiamo abbastanza soldi per poterlo erigere – continua Palarini –, per questo abbiamo aperto un conto di crowdfunding intestato ai Bertinogatti, dedicato interamente alla raccolta fondi". L’obiettivo è albo: parliamo di 200 mila euro. Le donazioni potranno essere effettuate tramite bonifico bancario all’iban IT59 Z030 6909 6061 0000 0407 024, con causale ‘costruzione gattile’, e su satispay. "Naturalmente – sottolineano le volontarie – cerchiamo anche aziende che desiderino farci da sponsor".

L’obiettivo principale dell’associazione è quello di realizzare un luogo dove poter accogliere i gatti randagi del territorio. "Quelli che non hanno un posto in cui tornare perché malati o impossibilitati a vivere in colonia – spiega Chiara Palarini –, ma anche di transizione per le numerose cucciolate in attesa di adozione. Nel rifugio vorremmo ospitare anche degli eventi sociali per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’abbandono e promuove una maggiore consapevolezza del fenomeno del randagismo".

All’interno del gattile troveranno posto l’infermeria, lo spazio per la quarantena e altri luoghi adatti per accogliere i cuccioli, i gatti incidentati e anche quelli vecchi, non più in grado di vivere per strada. "Al momento siamo ‘ospiti’ nella casa di mia sorella, che deve ancora restaurare – spiega la fondatrice dell’associazione –, ma il giorno che deciderà di iniziare i lavori non sapremo proprio dove andare, per questo motivo chiediamo un aiuto per poter dotare anche Bertinoro di una struttura adeguata".