"L’obiettivo della Regione di alleggerire i Pronto soccorso creando i Cau e riorganizzando il sistema di emergenza territoriale, rischia di diventare un vero e proprio boomerang non solo per i cittadini, ma per gli stessi addetti ai lavori, che cominciano a manifestare le prime perplessità". Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale leghista, torna a esprimere i propri dubbi sul piano di riorganizzazione votato a maggioranza lunedì scorso dalla conferenza dei sindaci. Fra le critiche dell’esponente della Lega c’è la mancanza di una condivisione con il territorio e con i professionisti della sanità.
"Ancora una volta, una riforma sostanziale che andrà a cambiare radicalmente l’organizzazione della sanità in Emilia-Romagna viene illustrata ai territori e alle istituzioni locali con una presentazione in power point e qualche slide di accompagnamento – sostiene Pompignoli – . Si tratta dell’ennesima decisione unilaterale caldamente sostenuta dal direttore dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, che ci riporta al modus operandi di qualche mese fa con la soppressione della Mike 42: nessun tavolo di concertazione con le parti, nessuna interlocuzione preventiva con i medici, gli operatori della sanità territoriale e i sindacati".
Secondo il consigliere forlivese che siede nell’assemblea di via Aldo Moro, "il risultato è una riforma frettolosa che non fa assolutamente i conti con le reali criticità della sanità emiliana romagnola odierna: mancanza di personale, di medici, riduzione di automediche e di mezzi di soccorso avanzati, digitalizzazione a singhiozzo in quasi tutte le nostre aree montane e interne".
Al centro di molti dubbi – alcuni espressi anche sul Carlino di ieri del presidente provinciale dell’Ordine dei medici, Michele Gaudio, è la collocazione del Cau a Forlì. "Il direttore generale Carradori ha confermato che il Cau a Forlì sorgerà presso la futura Casa della salute di via Colombo – continua Pompignoli – . Sono anni che sentiamo parlare di questo presidio ma, ad oggi, non è stata posata nemmeno la prima pietra e viene spontaneo chiedersi se mai accadrà.
L’obiettivo fondamentale di rendere più veloce ed efficace l’azione dei Pronto soccorso e di garantire cure più diffuse e capillari ai cittadini è del tutto condivisibile ma è evidente che quello portato avanti dalla Regione non può essere il metodo giusto".