"Atlete penalizzate. Si falsa l’attività"

Non si placano le polemiche in merito alla decisione dell’Aics di introdurre la possibilità di inserire l’identità Alias al momento...

Non si placano le polemiche in merito alla decisione dell’Aics di introdurre la possibilità di inserire l’identità Alias al momento dell’iscrizione. L’associazione apartitica, Pro Vita e Famiglia, contesta questa scelta e dichiara in una nota: "Permettere agli atleti di competere in categorie non corrispondenti al loro sesso biologico mina l’integrità dello sport. Tutto ciò – dichiara Jacopo Coghe, portavoce dell’associazione – genera discriminazioni soprattutto per le atlete di sesso femminile".

La decisione di Aics, secondo l’organizzazione, andrebbe in controtendenza con quanto sta accadendo in ambito internazionale: "Sempre più federazioni, infatti, stanno vietando agli atleti trans di partecipare all’attività agonistica. Le ultime indicazioni riguardano le Olimpiadi di Parigi 2024 che prevedono regole più stringenti per i transgender". Ma non solo i giochi olimpici stanno ridefinendo i regolamenti: "La World Athletics, cioè la federazione internazionale dell’atletica leggera, ha escluso tutti gli atleti trans che hanno vissuto la pubertà come maschi; viene lasciata la possibilità di partecipare alle competizioni solo gli sportivi che hanno iniziato la transizione in età infantile".

Pro Vita e Famiglia continua affermando che anche la scienza è contraria all’identità alias nello sport: "Su Sports Medicine e sul British Journal of Sports Medicine hanno evidenziato come con la transizione la perdita di massa muscolare sia relativa, quindi il vantaggio verrebbe mantenuto. Invitiamo, quindi, le istituzioni a fare in modo che lo sport resti simbolo di equità".