Benessere giovane, terzi in Italia. Bambini, problemi legati alle scuole

Classifica del Sole 24 Ore sulle fasce d’età: la provincia di Forlì-Cesena è 61ª in Italia tra 0 e 10 anni

Benessere giovane, terzi in Italia. Bambini, problemi legati alle scuole

Benessere giovane, terzi in Italia. Bambini, problemi legati alle scuole

La reale qualità della vita spesso sfugge alle classifiche e ai numeri, ma questi ultimi possono comunque contribuire a offrire un quadro generale. Gli analisti del Sole 24 Ore si sono chiesti come vivono nelle varie province d’Italia i bambini (0-10 anni), i giovani (18-35) e gli anziani (over 65). I risultati sono racchiusi in classifiche che misurano le risposte dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. L’indice della Qualità della vita dei giovani è composto da 12 indicatori. Per ciascun indicatore, mille punti vengono dati alla provincia con il valore migliore e zero punti a quella peggiore. Il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi. L’indice sintetico finale è dato dal punteggio medio riportato nei 12 indicatori di riferimento, ciascuno pesato in modo uguale all’altro.

La classifica complessiva mostra come Forlì-Cesena sia in ottima posizione per quanto riguarda i giovani, dove è risultata 3ª. Peggio per i bambini, dove è arrivata 61ª e per gli anziani (29ª). Partiamo proprio dalla classifica che riguarda i giovani. I laureati sono il 33%, contro il 27,1% di media nazionale, un dato forse spinto dall’offerta sempre più ricca del Campus che da qualche anno include anche il corso di studi in Medicina e che presto vedrà anche la partenza di Ingegneria nautica. Per quanto riguarda, invece, il mondo del lavoro, qui la disoccupazione è all’8,6% contro il 13,8 nazionale. Bene anche le possibilità di essere assunti: ogni mille abitanti abbiamo 18,3 variazioni contrattuali, mentre la media nazionale è di 14,2. Passando al tempo libero, i concerti, presi in esame ogni mille abitanti della fascia d’età 18-35, sono 131,1 (53,3 la media nazionale) e le aree sportive 27,28 (contro le 12,4 nazionali). L’offerta di concerti ed eventi, effettivamente, in città è particolarmente ricca grazie alle proposte delle associazioni locali, ma anche ai molti festival (attualmente in corso, ad esempio, c’è quello di Caterina Sforza).

Per quanto riguarda gli anziani, i dati complessivi sono meno lusinghieri, però ci sono comunque alcune note positive, come il dato sulla partecipazione civile che è a 18,6 (solo 10,3 su scala nazionale), o quello sugli orti urbani che sono a 2 metri quadrati ogni 100 residenti over 65, mentre la media italiana riporta la cifra di 0,6. La controparte è dolente: in provincia risulta superiore alla media il consumo di farmaci per malattie croniche (212,7 unità vendute contro 198,6 di media: siamo alla posizione 82), e quelli per depressione (24,3 contro 19,9, 88ª posizione). Numeri alti anche per quanto riguarda gli esposti per inquinamento acustico: se la media è di 14,6, in provincia siamo a 27,7. In linea con la media, invece, il numero di infermieri e geriatri attivi.

Ma è per quanto riguarda i bambini che lo scenario si fa più cupo: gli edifici scolastici dotati di palestra sono decisamente sotto la media nazionale (24,4 contro 35,9 e in questo caso siamo al 91° posto), e sono pochi i progetti Pnrr legati all’istruzione (7,7 in provincia, 8,9 in media). Va detto che, anche se la classifica è provinciale, il progetto più rilevante legato al Pnrr in città riguarda proprio la demolizione e la ricostruzione di una scuola, la media Maroncelli, che richiederà l’investimento di ben 13,2 milioni: i lavori sono già cominciati, anche se non saranno ultimati fino al 2026. Non troppo bene anche per quanto riguarda le competenze scolastiche: siamo al 36° posto per competenza numerica inadeguata e al 49° per competenza alfabetica inadeguata. Ma sono le ultime due voci le più allarmanti: 94° per delitti denunciati ai danni di minori (3,4 contro 2,2) e al 96° per quanto riguarda la spesa sociale per famiglie e minori: 2,2 contro 41.