
Camera di commercio: "Comunichiamo ai più giovani col simbolo che parifica i generi"
Quello dell’inclusività è uno dei temi più discussi del momento e anche nel linguaggio scritto e parlato sono state adottate soluzioni che parifichino uomini e donne. Una di queste, nei testi scritti, è la cosiddetta schwa, simbolo (equivale a una ’e’ capovolta) che viene usato per sostituire le vocali alla fine delle parole singolari così da evitare di dare connotazioni femminili o maschili e far sentire compreso anche chi non si identifica in un genere. Esiste anche la variante per il plurale (3) detta schwa lunga. Questi simboli sono ricorrenti soprattutto sui social, negli articoli dei blog ma quasi mai nelle comunicazioni istituzionali o di enti pubblici.
La Camera di commercio di Forlì-Cesena e Rimini fa eccezione, debuttando con questo nuovo linguaggio in un comunicato stampa rivolto proprio alle nuove generazioni. Era intitolato appunto ’Borse di studio per student3 iscritt3 al primo anno di corsi di istruzione tecnica superiore’. "La proposta è arrivata dal nostro ufficio comunicazione – spiega il presidente Carlo Battistini –. Abbiamo pensato di adottare questo simbolo per rivolgerci ai giovani parlando il loro linguaggio, per avvicinarci al loro mondo e per rendere più interessante, ai loro occhi, ciò che abbiamo da dire. Nello specifico, il comunicato in questione riguarda una borsa di studio dedicata a ragazze e ragazzi che decideranno di frequentare corsi di istruzione tecnica per nuove competenze indipendenti dal genere. Perciò abbiamo voluto dare un piccolo segnale di inclusività nel nome del bando, che ci auguriamo serva per future scelte giuste".
Questa novità si estenderà a tutti i testi dell’ente? Non è ancora stata presa una decisione: "Al momento adotteremo la schwa solamente nelle comunicazioni che rivolgiamo ai giovani. Quando parleremo, per esempio, di export e import continueremo a utilizzare un linguaggio tradizionale: probabilmente ai ragazzi non interesserebbe comunque". Il nuovo simbolo potrebbe risultare incomprensibile agli occhi degli adulti? "Ma non ci spaventa – risponde Battistini –. Chi non capisce sarà spinto a documentarsi e quindi ad arricchire le sue conoscenze: alla fine sarà utile a tutti. Dalla sua nascita ai giorni nostri, il linguaggio è stato protagonista di tante evoluzioni, perché dovremmo opporci a quest’ultima?".
Anche se il Comune di Castelfranco Emilia, nel Modenese, lo faceva già, "non ci siamo ispirati ad altri, finora non ho mai visto altri istituti utilizzarla". Nel Forlivese non ci sono precedenti. "Ho discusso la proposta con chi si occupa di comunicazione e infine ho approvato questo nuovo uso della lingua. È un primo passo verso l’inclusività che tanti giovani rivendicano".