Casa del Fascio, lavori mai partiti. Il Comune rescinde il contratto:: "Ditta ferma, è inadempiente"

L’annuncio del sindaco di Predappio Roberto Canali: "Chiederemo a chi è arrivato secondo nell’appalto". Il cantiere da 3,5 milioni doveva andare da agosto 2023 a ottobre 2024. C’era già un contenzioso.

Casa del Fascio, lavori mai partiti. Il Comune rescinde il contratto:: "Ditta ferma, è inadempiente"

Casa del Fascio, lavori mai partiti. Il Comune rescinde il contratto:: "Ditta ferma, è inadempiente"

"Il Comune di Predappio ha rescisso il contratto con la ditta Sapit di Roma, che si era aggiudicata i lavori di ristrutturazione dell’ex Casa del Fascio, per grave inadempienza". Lo ha annunciato giovedì sera il sindaco Roberto Canali con una comunicazione al consiglio comunale riunito per una seduta. In sostanza, il Comune ha sciolto il vincolo che lo legava alla Sapit per il cantiere dell’enorme edificio nel cuore del paese.

L’impresa romana a fine 2022 ha vinto l’appalto dei lavori di messa in sicurezza e adeguamento sismico dell’ex Casa del Fascio di Predappio, indetto dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, per un ammontare di 2 milioni e 200mila euro (3,5 milioni il totale, spese comprese). A giugno 2023 il Comune e la ditta firmarono il contratto, consegnando il cantiere il 4 agosto per iniziare "al più presto" i lavori da concludere entro ottobre 2024. Si trattava, naturalmente, della prima parte di un cantiere più complesso. Che, tuttavia, non parte.

A gennaio di quest’anno, la ditta doveva aver svolto almeno il 40% dei lavori, e invece era ancora a zero. Nonostante ciò la Sapit ha chiesto al Comune 500mila euro, tramite decreto ingiuntivo, come anticipazione. "Ne avrebbe avuto diritto una volta iniziati i lavori, non prima – spiega il sindaco Canali –. Così abbiamo fatto ricorso al tribunale di Forlì, che dovrebbe pronunciarsi a maggio". Nel frattempo, visto lo stallo totale, il Comune ha sciolto il contratto.

A questo punto che cosa potrebbe succedere? "In primo luogo riscuoteremo la cauzione fideiussoria di circa 280mila euro – risponde Canali –. Poi segnaleremo la ditta Sapit all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, per inadempienza del contratto. E, infine, verificheremo se la ditta classificatasi seconda all’appalto accetterà di subentrare nel contratto per far partire finalmente il cantiere".

Aggiunge il sindaco Canali: "Risulta che la ditta Sapit ha subìto la risoluzione del contratto da parte del Comune di Avellino per lavori mai iniziati, in un progetto simile". Il 10 novembre l’amministrazione irpina faceva sapere che "l’Anac boccia l’esposto di Sapit e dà ragione al Comune". Ad Avellino la ditta Sapit aveva vinto un appalto di oltre 2 milioni per la "riqualificazione dell’antica Dogana". Ma i lavori non erano mai partiti.

Voluta da Benito Mussolini nel 1934 su disegno in stile razionalista dell’ingegnere forlivese Arnaldo Fuzzi, la Casa del Fascio e dell’Ospitalità fu inaugurata il 21 aprile 1937: quello stesso anno la Casa dell’Ospitalità accolse 50mila ‘pellegrini’ provenienti da tutta Italia, fra cui re Vittorio Emanuele III e il principe Umberto. Nel 2010 il ministero del Beni culturali ha dichiarato la struttura (2.700 metri quadrati calpestabili) "edificio di interesse culturale" e il Demanio nel 2016 l’ha donata al Comune. L’amministrazione precedente, guidata dal sindaco Pd Giorgio Frassineti, l’aveva destinata a ‘Centro studi della storia del primo Novecento ed Esposizione museale permanente sul fascismo’. L’attuale giunta di centrodestra sembra seguire altre idee. Il futuro dell’ex Casa del Fascio sarà uno dei temi della campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo giugno.