Dogane e monopoli, la protesta. I lavoratori: "No all’accorpamento"

Riuniti in assemblea alle presenza dei sindacati, i dipendenti hanno espresso la loro contrarietà: "Unire Forlì-Cesena e Rimini? Decisione calata da Roma". Rischio di "demansionamenti e trasferimenti".

Dogane e monopoli, la protesta. I lavoratori: "No all’accorpamento"

Dogane e monopoli, la protesta. I lavoratori: "No all’accorpamento"

I lavoratori dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Forlì-Cesena considerano lesiva della loro professionalità, con il rischio di un vero e proprio declassamento immotivato, la decisione di accorpare il loro Ufficio dirigenziale a quello di Rimini, così da renderlo "sussidiario e dipendente da quello".

Riuniti ieri in un’assemblea "molto partecipata", alla presenza delle Rsu e dei rappresentanti sindacali della Funzione Pubblica di Cgil e Cisl, hanno espresso la loro contrarietà al disegno di riorganizzazione che considerano, peraltro, "calato dall’alto, senza un adeguato coinvolgimento degli interessati".

Con mansioni quali i controlli sulle merci alle dogane, interventi antifrode, sulle slot machine, l’Ufficio, con venticinque addetti alle dogane e dieci ai monopoli, gestisce, attualmente, due sedi operative con lavoratori che si occupano del controllo doganale presso l’aeroporto di Forlì e, nel periodo estivo, al porto di Cesenatico.

"Si tratta di un piano di riorganizzazione confuso, che non tiene conto della situazione precedente – dice Federica Bartoletti, della funzione Pubblica della Cgil –. I lavoratori, inoltre, temono demansionamenti e trasferimenti". La riorganizzazione prevede anche la creazione di una struttura antifrode regionale che dovrebbe installarsi a Bologna. I lavoratori interessati "ritengono che tali funzioni debbano essere mantenute sui territori e nelle province per garantire maggiore efficacia di presidio e di risposta all’utenza rispetto alle necessità".

Secondo i sindacati, si tratta di una decisione "presa unilateralmente da Roma, non giustificata e non sostenuta da alcun numero, sia dal punto di vista geografico-demografico, sia dal punto di vista del flusso dei servizi e anche dal punto di vista della particolarità del territorio che, nella sua vastità e complessità, esprime istanze diversificate e difficilmente trattabili con efficienza da un unico Ufficio".

"I lavoratori vogliono essere coinvolti nel progetto di riorganizzazione. Per ora ci limitiamo a chiedere maggiore chiarezza- conclude Bartoletti –. Ma non escludiamo di arrivare ad una mobilitazione".

Paola Mauti