Donazioni, ora che fare? Pompignoli: "Più concretezza" Morgagni: "Confronto coi cittadini"

Federico Morgagni, capogruppo di centrosinistra Forlì, critica l'amministrazione comunale per l'impiego delle donazioni: manca trasparenza, confronto con i cittadini e chiarezza. Si propone un censimento dei beneficiari e l'ascolto delle famiglie colpite.

Donazioni, ora che fare?  Pompignoli: "Più concretezza"  Morgagni: "Confronto coi cittadini"

Donazioni, ora che fare? Pompignoli: "Più concretezza" Morgagni: "Confronto coi cittadini"

Federico Morgagni, capogruppo della lista di centrosinistra Forlì e co: perché non vi piace l’idea del Comune sull’impiego delle donazioni?

"Per molti aspetti, ma innanzitutto perché non c’è trasparenza verso i donatori. Nella pagine web del Comune si leggeva che i soldi per gli alluvionati sarebbero stati dati direttamente, in modo trasparente. Inoltre, lo stesso sindaco Zattini nel consiglio comunale del 26 giugno si è impegnato a condividere le modalità con cittadini e associazioni. L’ipotesi delle banche è invece un sistema calato dall’alto, senza confronto".

L’intenzione era di evitare di distribuire poche risorse a pioggia e di sfruttare una leva finanziaria: non vi convince?

"No, intanto non sappiamo quale sia il numero dei beneficiari perché il Comune non ha mai completato un censimento. Si vuole un sistema di microcredito? Se ne può discutere, ma con le risorse proprie del Comune. Quelle date dai cittadini devono essere indirizzate a chi ne ha bisogno".

Anche Cesena e Ravenna hanno il problema di come distribuire le risorse: voi come fareste?

"La premessa generale è un confronto con le stesse famiglie alluvionate, finora sempre rifiutato da sindaco e giunta. Poi andrà definita con chiarezza la platea di chi ha diritto a tali risorse, quindi condividere il più possibile i criteri coi cittadini, per capire cosa serve di più a chi ha perso tanto".

Avete detto di avere l’impressione di un distacco fra l’amministrazione e i cittadini colpiti dai danni.

"Noi crediamo che in una situazione di emergenza come questa, il sindaco Zattini avrebbe dovuto fare come il primo cittadino di Ravenna, De Pascale, che ha incontrato i cittadini nei quartieri. In incontri come quelli si può ascoltare e poi riferire cosa sta facendo il Comune. Se non si fa, come a Forlì, il tam tam che dilaga nei quartieri più colpiti, dà la percezione di una grande distanza fra un’amministrazione chiusa e aggressiva verso chiunque si azzarda a muovere critiche".

L’ipotesi delle banche è caduta?

"Sembra, ma senza chiarezza. Bastava che il sindaco avesse ammesso che si sono sbagliati".

Cosa accadrà nella commissione consiliare di domani?

"La commissione serve ad approfondire i fatti e ad ascoltare, ma non può sostituirsi all’amministrazione comunale: la responsabilità finale di ogni decisione è in capo al sindaco e alla giunta. Zattini tempo fa parlò di convocare gli ’stati generali’ sul tema dell’alluvione, poi non se n’è saputo nulla. Il passaggio del confronto con i cittadini prima e poi con le associazioni forlivesi, è indispensabile".

Fabio Gavelli