MATTEO BONDI
Cronaca

Ecco il Piano urbanistico generale: "Da qui al 2050 si costruirà poco"

Primo approdo alle commissioni comunali per l’atteso Pug. Il vicesindaco Mezzacapo: "Nuovo paradigma"

Ecco il Piano urbanistico generale: "Da qui al 2050 si costruirà poco"

Ecco il Piano urbanistico generale: "Da qui al 2050 si costruirà poco"

La città che verrà, la Forlì traguardata all’anno 2050: questo è quanto andrà a prevedere l’atteso Pug, Piano Urbanistico Generale, che nella giornata di ieri ha iniziato a essere scoperto in seno alle tre commissioni consiliari comunali congiunte. Un piano che, come si può ben capire, ha una dimensione tale da non poter essere presentato in poco tempo e proprio per questo, come sottolineato dal vicesindaco, Daniele Mezzacapo, "abbiamo calendarizzato una serie di incontri con le commissioni, da qui alla fine dell’anno, per presentare il quadro di partenza della città".

Il Pug darà le linee guida di cosa si potrà e non si potrà fare, ma è proprio un cambio di paradigma: prima ogni singolo metro quadro di territorio veniva destinato a qualcosa, oggi non sarà più così, anche perché, in pratica, si potrà costruire ben poco di nuovo, entro il 2050 il consumo di nuovo suolo dovrà essere pari a zero. Si potrà costruire su suolo vergine, ma questo dovrà essere compensato con la desigillazione di altrettanto suolo urbanizzato.

Da qui al 2050, hanno spiegato i tecnici del Comune, la legge consente di poter utilizzare un ulteriore 3% di terreno rispetto all’urbanizzato al 1° gennaio 2018: in soldoni si tratta di 90 ettari. Questo il tesoretto di nuova edificabilità da qui al 2050. Questo calcolo non tiene naturalmente conto di quanto già in itinere: cioè, tra Pua e accordi operativi, si stanno per edificare o si stanno edificando 167.214 metri quadrati di nuovo residenziale, 224.725 metri quadri di produttivo, 450.272 di terziario e 47.728 di servizi.

Cosa non si potrà fare in questo 3% di nuovo suolo da sacrificare all’espansione della città? Il residenziale, se non nel caso di quello sociale, cioè le case popolari. Va detto che le opere pubbliche strategiche e gli impianti produttivi di interesse regionale o nazionale non rientrano nel calcolo del consumo di suolo. La materia è ostica, infatti serve partire dal quadro della situazione e gli uffici si sono adoperati per cercare di portare il massimo dettaglio di come è Forlì al momento attuale.

Una città di 117.359 abitanti con una popolazione in leggero calo negli ultimi anni. Una popolazione anziana, con un indice di vacchiaia che dice che ci sono 215 anziani per ogni cento giovani, in città, un dato al di sopra della media sia nazionale che regionale. Sono 15.305 gli stranieri residenti. Le imprese attive sono 10.235. Gli indici di dotazioni pubbliche, scuole presenti, verde sono al di sopra, in alcuni casi di molto, a quanto previsto dalla legge. Così come gli impianti sportivi. Da questo quadro generale si partirà per un dettaglio ancora maggiore del quadro della situazione nelle prossime sedute.