Edilizia in crisi. L’impresa Orioli Enea chiude dopo oltre cent’anni di attività

L’azienda, vittima di una forte esposizione debitoria e non ammessa al concordato, ceduta a un’altra coi dipendenti che hanno accettato . Arfelli (Fillea Cgil): "Evitata almeno la perdita di tanti posti di lavoro".

L’impresa Orioli Enea di Forlì, nata nel 1919 e impegnata nel mondo delle costruzioni, ha chiuso ufficialmente l’attività. La storica azienda edile che occupava circa trenta persone ed era impegnata in costruzioni civili, industriali e commerciali, è stata venduta a metà gennaio a ‘MT Service’, dopo aver chiesto un concordato mai autorizzato, a seguito di una situazione debitoria importante. La nuova proprietà ha assunto tutti i dipendenti che hanno accettato di proseguire l’attività lavorativa e hanno rinunciato ad alcune spettanze economiche.

"La Orioli Enea, azienda storica del territorio – afferma Antonella Arfelli, segretaria della Fillea Cgil (Federazione lavoratori legno ed affini) – ha purtroppo chiusi i battenti qualche giorno fa a causa di una situazione difficile, sicuramente accentuata dall’abolizione del superbonus edilizio del 110%, l’agevolazione fiscale sui lavori effettuati sugli immobili". Il settore dell’edilizia, con diversi cantieri aperti, vive un momento non facile, "ma almeno i dipendenti dell’azienda continuano a lavorare – precisa Arfelli – avendo conservato l’occupazione. Trovarsi senza un posto di lavoro sarebbe stato sicuramente più problematico per i collaboratori, anche se magari si sarebbero potuti ricollocare sul mercato. Con i colleghi di Cisl e Uil abbiamo seguito la situazione e tutte le fasi della trattativa, che comunque ha portato a un buon risultato, viste le difficoltà in campo".

Un fattore che ha contribuito alla chiusura dell’attività è stato anche il venir meno del maxi progetto di Esselunga, il colosso lombardo dei supermercati che si sarebbe dovuto insediare nell’area del quartiere di Coriano, superficie di cui l’imprenditore Davide Orioli era proprietario e la cui trattativa, com’è noto, non andò a buon fine arenandosi fra le polemiche. "Magari se l’operazione fosse andata in porto – ipotizza Antonella Arfelli di Fillea Cgil – si sarebbe potuti arrivare a un concordato, ma così non è stato".

Gianni Bonali