ENRICO MAGNANI
Cronaca

Edoardo Russo: "Emergenze, in campo anche l’Azione Cattolica. La politica? Non ora"

Nell’associazione termina la sua presidenza, durata ben 7 anni "Abbiamo portato pasti durante il Covid e spalato il fango. Cerchiamo di portare il Vangelo stando al passo con la modernità".

Edoardo Russo: "Emergenze, in campo anche l’Azione Cattolica. La politica? Non ora"

Edoardo Russo: "Emergenze, in campo anche l’Azione Cattolica. La politica? Non ora"

Dopo due trienni intensi, che causa Covid hanno assommato ben 7 anni, Edoardo Russo termina il mandato come presidente dell’Azione Cattolica della diocesi di Forlì-Bertinoro. Il 35enne di San Martino in Villafranca, figlio dell’ex vicepresidente della Provincia Guglielmo, non potrà essere rinnovato in quanto non è prevista la possibilità di un terzo mandato.

Russo, è il momento dei bilanci: dopo Covid e alluvione, cosa resta del suo mandato?

"Sono stati anni di grandi sfide e di passi in avanti. Però hanno visto l’Azione Cattolica capace di un servizio nuovo, di grande solidarietà".

Avete dato un aiuto in entrambe le emergenze?

"Fin da subito, con la forza delle alleanze con altre aggregazioni e istituzioni che nel tempo siamo stati capaci di costruire e coltivare. Siamo stati per il territorio un grande servizio di solidarietà e concretezza su cui contare: dal portare i pasti e la spesa in tempo di Covid all’organizzare squadre di lavoro per rimuovere il fango".

Cos’è diventata la sua associazione, anche passando da queste difficoltà?

"Un’associazione che si impegna per stare al passo, per cercare nuovi e moderni linguaggi comunicativi che sappiano raccontare la vita dell’Azione Cattolica e, allo stesso tempo, seminare il Vangelo. Comunicare è significato anche non aver paura di portare il nostro contributo nella società anche sui temi di attualità e, in particolar modo, sulle questioni di frontiera: non per mostrarci belli, ma per renderci un possibile strumento che aiuti le persone. Credenti e non".

Lei parte da San Martino in Villafranca come educatore, poi è diventato responsabile diocesano, incaricato regionale e, presidente diocesano. Cosa sente di aver portato alla diocesi e alla città?

"Qualche tempo fa un amico, che non frequenta la Chiesa né tantomeno l’Azione Cattolica, mi disse: ‘si vede che ci siete, che avete delle idee e dei pensieri dentro la società’. Ho fatto del mio meglio per accompagnare l’associazione nella strada chiesta da papa Francesco e dal vescovo, quella della ‘Chiesa in uscita’, per favorire linguaggi attuali e per essere seme all’interno della società. Sono valori che ho imparato in associazione, che ho respirato in famiglia, e che ho avuto l’onore di portare avanti grazie a dei collaboratori che si sono impegnati al massimo".

La Chiesa è cambiata molto in questi ultimi anni. Esempio recente: l’ok del Papa alle benedizioni agli omosessuali. Cosa pensa di queste aperture?

"Il Papa sta facendo un grande lavoro e non è facile né immediato seguirlo. Penso che le persone, in particolare i giovani, debbano tornare a potersi fidare della Chiesa, di chi la fa e chi la vive. Nella Chiesa dev’esserci spazio per tutti. Il problema è quando siamo noi che facciamo selezione. Il Signore benedice tutti, noi dobbiamo solo accompagnare e, se serve, prendere per mano. Ma mai giudicare o condannare".

La Chiesa sta cambiando, ma stanno anche cambiando i fedeli. E le parrocchie si stanno svuotando: come si può fermare questa ‘emorragia’?

"È il tempo di non dare più nulla per scontato, di riprendere in mano l’identità della Chiesa senza paura del confronto. L’Azione Cattolica, come la Chiesa tutta, deve saper trovare modi sempre più giusti e attuali per mettersi a contatto con la vita vera, con le sfide che chiedono quelle ‘nuove idee’ di cui parlava David Sassoli quando si insediò al parlamento europeo. Sono sicuro che sapremo raccogliere la sfida dei nostri tempi, facendo tesoro di cammini ed esperienze vissute".

E lei com’è cambiato in questi ultimi sette anni?

"L’impegno come presidente è notevole, occupa tanti spazi della propria vita. Mi ha aiutato a vivere con concretezza e passione l’aspetto familiare e quello lavorativo. Inoltre, questo percorso mi ha formato e appassionato ulteriormente al bene comune, al territorio e alla società".

Cosa c’è ora nel suo futuro? Qualche mese fa si è vociferato di una sua candidatura a sindaco, al punto che lei dovette smentirla ufficialmente…

"Ribadisco che non intendo farlo in questo tempo, nonostante il grande impegno personale per il sociale che, come sa chi mi conosce bene, caratterizza la mia vita quotidiana. E ho anche una grande passione politica. Ma ci sono ragioni personali, di lavoro e anche di impegno civico quotidiano, che mi impediscono di pensare a una candidatura. Tale scelta però non esclude che in futuro possano verificarsi le giuste condizioni".

Ma nell’anno elettorale 2024 nessun impegno politico?

"Continuerò a dedicarmi nel servizio in Fondazione e metterò sempre in campo, anche in questa tornata elettorale, le forze per creare occasioni in cui si parli di contenuti e di come si desidera impostare il futuro della nostra città con competenza e serietà, guardando in avanti con lungimiranza e concretezza".