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"Erano ’proposte esplorative’ e ci fu sconcerto. Assessore, parole offensive: si scusi o si dimetta"
Continua il dibattito tra istituzioni e genitori: in merito alla vicenda che coinvolge le scuole dell’infanzia comunali di Forlì, segue la controreplica delle famiglie, che hanno ritenuto opportuno precisare quanto segue: "La riunione che menziona l’assessora si è svolta il 21 novembre 2023; la dirigente del servizio scuola e sport, Benedetta Squarcia, e Paola Casara hanno illustrato i possibili cambiamenti. Tali proposte sono state definite squisitamente esplorative. Sebbene alcuni genitori abbiamo manifestato sconcerto e siano più volte intervenuti, motivando le critiche, le stesse non sono state messe a verbale".
Inoltre "quando andiamo a recuperare i nostri figli e le nostre figlie da scuola, non sono mai impegnati in attività laboratoriali proprio perché l’orario è ormai tardo. Se le attuali fasce orarie di ritiro dei bambini sono caotiche, è perché non sono state adeguatamente rispettate le modalità di entrata e di uscita dai plessi. Sarebbe il caso di vigilare che tutti si attengano ai provvedimenti vigenti, invece di prevederne inutilmente di più rigidi e concedere deroghe". Tali eccezioni "lasciano trapelare un lassismo che, questo sì, mette in pericolo la sicurezza dei bambini . Se davvero esiste un problema legato alla sorveglianza e se i soldi, come afferma l’assessora, non mancano, che si assuma del personale adeguatamente pagato per fornire un servizio di cui c’è impellenza".
E ancora: "Se è vero che il servizio pomeridiano è già offerto solo a coloro che possono documentare di essere impegnati in attività lavorativa, è inedita la richiesta di certificare gli effettivi orari di servizio svolto: occorre persino dimostrare di essere ancora sul posto di lavoro. Recuperare, poi, a seconda della distanza, nell’affanno, un bambino non è salutare e precipitare persone già stanche nel traffico di punta, animate dall’angoscia di non arrivare entro la fascia oraria attribuita, riduce ad una vita al cardiopalmo. Non è di riposo che abbiamo bisogno, ma di supporto e buon senso. Preghiamo l’assessora di scusarsi per aver ribadito che trattiamo i nostri figli come pacchi. La definizione è terribilmente offensiva e licenziare le nostre legittime preoccupazioni in questo modo deplorevole non è degno di un amministratore pubblico con delega a un servizio tanto delicato. Se ritiene che le nostre siano lagnanze di coloro che parcheggiano i figli nei plessi comunali, si dimetta e vada a fare altro".
Infine, rispetto "al tema della nanna nelle sezioni 4-5 anni, la Commissione Pedagogica non si è ancora riunita. Ne consegue che, ad oggi, siano state unicamente interpellate le pedagogiste, i cui esiti ai genitori sono stati resi come faits accomplis, senza possibilità di replica. Se è questa la partecipazione delle famiglie di cui si vanta l’amministrazione, è allora inutile mantenere una Consulta in quanto autoreferenziali e ininfluenti".