Golfarelli e quella voglia di vivere: "Il mio Tony, sempre pollice su anche quando faticava a parlare"

Folla commossa a Forlimpopoli per rendere omaggio all’ex consigliere, malato di sclerosi multipla. Il ricordo della moglie Simona, sposata 5 anni fa: sulla bara il velo e il cappello delle nozze. .

Golfarelli e quella voglia di vivere: "Il mio Tony, sempre pollice su anche quando faticava a parlare"

Golfarelli e quella voglia di vivere: "Il mio Tony, sempre pollice su anche quando faticava a parlare"

La comunità di Forlimpopoli si è stretta attorno ai genitori e alla moglie di Tony Golfarelli nell’ultimo saluto di ieri pomeriggio alla basilica di San Rufillo. Oltre 300 le persone sia all’interno della chiesa che nel sagrato davanti, tanti gli abbracci ai familiari di Golfarelli e gli occhi lucidi. La moglie Simona aveva appoggiato sopra alla bara di legno chiaro il cappello di lui e il velo di lei indossati al loro matrimonio solo cinque anni fa.

L’accento toscano di Simona Monaldi – dal 2019 vivevano vicino a Siena, città natale di lei – è risuonato all’interno della navata quando ha ricordato la grande voglia di vivere del marito. "Anche negli ultimi giorni – ha raccontato dal pulpito – quando aveva la mascherina dell’ossigeno, non riusciva più a parlare e neanche a deglutire, quando il dottore è entrato chiedendo come stava, lui ha sollevato il braccio con il pollice alzato".

Tony Golfarelli era fatto così, quella "sua invincibile voglia di vivere" come l’ha descritta Don Roberto Rossi durante l’omelia – ha celebrato la messa insieme a Don Stefano Pascucci essendo stato parroco di Tony a San Pietro Apostolo – lo ha accompagnato da giovane, sui campi di tennis, in piscina, in discoteca, ma anche quando è arrivata la malattia, la sclerosi multipla. "Quando ha avuto la sua prima crisi – ha raccontato Filippo, suo amico da sempre – ed ero andato a trovarlo in ospedale, mi aveva detto, ‘che vuoi che sia? Ho preso un’ariata’ ... ma sapeva già l’esito degli esami".

A salutarlo anche tanti compagni dell’Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), di cui è stato volontario e presidente provinciale. "Sarebbero mille gli aneddoti da raccontare su Tony – hanno detto dal pulpito –, di come abbia insegnato a tutti come affrontare la malattia. Come lui, nessuno più".

Quella malattia che lui chiamava ‘signora maestra’, parole che ripeteva spesso e su cui aveva scritto anche una canzone che ieri è stata cantata in chiesa: una parabola che va dalla signora maestra che gli impone di fermarsi a lui che dice alla signora maestra che non lo fermerà più, così come non scenderà più da quel cielo da cui si buttava con il paracadute, come è scritto nel suo manifesto funebre, con la foto di lui in caduta prima dell’apertura del paracadute e il fumetto che recita ‘Questa volta non scendo’. Sulla bara anche la sciarpa della Juventus di cui era grande tifoso. Presenti anche i tanti compagni di avventura del consiglio comunale, dal quale aveva lavorato contro le barriere architettoniche, dal 2011 al 2019. Tutta una comunità riunita per l’ultimo, toccante, abbraccio a Tony Golfarelli.