VALENTINA PAIANO
Cronaca

Gualazzi e ‘La Milanesiana’, emozioni a teatro: "Canto i sogni fondendo stili e linguaggi"

Domani sera sbarca al ‘Fabbri’ il festival di Elisabetta Sgarbi col musicista e con gli scrittori Francesca Manfredi e Michel Faber

Gualazzi e ‘La Milanesiana’, emozioni a teatro: "Canto i sogni fondendo stili e linguaggi"

Gualazzi e ‘La Milanesiana’, emozioni a teatro: "Canto i sogni fondendo stili e linguaggi"

Il festival culturale ‘La Milanesiana’, importante manifestazione nazionale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, arriva domani sera a Forlì, al teatro Diego Fabbri, e si inserisce nel programma di festeggiamenti per il centenario dell’associazione Amici dell’arte. Il titolo e tema centrale dell’appuntamento forlivese del festival (inizio alle ore 21) è ‘Ascolta la timidezza’ e vedrà protagoniste le letture della scrittrice vincitrice del premio Campiello (Opera Prima 2017) Francesca Manfredi e dell’olandese Michel Faber, autore del best seller mondiale ‘Il petalo cremisi e il bianco’.

A seguire si esibirà in concerto Raphael Gualazzi insieme all’orchestra Forlimusica diretta dal maestro Stefano Nanni, con la partecipazione di Danilo Rossi alla viola (costo del biglietto 10 euro, acquistabili dal sito https://www.eventbrite.it/e/raphael-gualazzi-michel-faber-francesca-manfredi-danilo-rossi-tickets-899007745367?aff=ebdssbdestsearch). Il cantante marchigiano ha pubblicato un nuovo disco dal titolo ‘Dreams’, lavoro avulso alle etichette ‘preconfezionate’, disco che fonde le tante anime del musicista.

Gualazzi, cosa l’ha ispirata in questo suo ultimo lavoro intitolato Dreams’?

"I sogni, appunto, e la dimensione onirica, che hanno una grande importanza perché ci fanno intuire lati nuovi di noi stessi. La musica ha lo stesso potere terapeutico, ci conduce in una dimensione esoterica che ha un’essenza più leggera della realtà che viviamo. Abbiamo cercato di riproporre questo concetto anche nella copertina dell’album".

In che modo?

"L’illustratore Giacomo Magi ha richiamato quest’idea rappresentando una strada circondata da una città stilizzata dove sullo sfondo si scorge un elemento bucolico fatto di alberi, sole e luna. Alcuni tasti bianchi e neri di un pianoforte immaginario affiorano tra un palazzo e l’altro. Uno scenario magico che offre consolazione all’austerità del contorno. In questa opposizione ritroviamo l’incontro tra sogno e realtà".

L’album è una contaminazione di stili, unendo jazz e blues, e una commistione di lingue, italiano e inglese. Una scelta coraggiosa. Cosa l’ha spinta verso questa direzione?

"Da musicista mi piace sperimentare. Nell’album ho fuso diversi generi dai ritmi funk alla disco fino al soul. In passato ho utilizzato anche il francese e, di recente, pure lo spagnolo. Penso che l’uso di lingue differenti permetta di dare maggiore espressività ai brani. Ogni idioma ha parole, concetti e suoni che aiutano a vedere il mondo in modo diverso".

Qual è il suo sogno a livello artistico?

"Il mio desiderio è quello di poter continuare a esprimermi con la musica cercando di accompagnarla con parole che possano raccontare qualcosa di autentico".

Il tema di quest’anno è la timidezza. Come verrà declinato questo concetto durante l’esibizione al Diego Fabbri?

"Lo faremo attraverso un repertorio di mia composizione, magistralmente riarrangiato dal maestro Stefano Nanni, e la preziosa viola solista di Danilo Rossi. Il programma prevede una serie di brani che toccheranno atmosfere di timidezza partendo dalle canzoni degli esordi fino a quelle più recenti. Il tema lo sento a me affine perché sono sempre stato una persona riservata e la musica mi ha aiutato a esprimermi e ad avvicinarmi agli altri".

Ha dei ricordi legati a Forlì?

"Circa dodici anni fa la data zero del mio tour si è tenuta proprio a Forlì, in uno dei teatri cittadini. È stata una bellissima serata, ricordo ancora la gentilezza dei forlivesi che ci hanno accolto".

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