’Ho visto il finimondo’. Sala piena per il docufilm: "Raccontiamo il dolore, ma anche la speranza"

Applausi all’Astoria per il lungometraggio prodotto da Qn-il Resto del Carlino. Tra il pubblico anche autorità, associazioni economiche e volontari.

’Ho visto il finimondo’. Sala piena per il docufilm: "Raccontiamo il dolore, ma anche la speranza"

’Ho visto il finimondo’. Sala piena per il docufilm: "Raccontiamo il dolore, ma anche la speranza"

Oltre 300 persone hanno assistito mercoledì sera al cinema Astoria alla proiezione del docufilm ‘Ho visto il finimondo - Il racconto dell’alluvione’, prodotto da Quotidiano Nazionale e Il Resto del Carlino, con il sostegno de La Bcc ravennate forlivese e imolese, il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Cineteca di Bologna. La regia è di Valerio Baroncini, vicedirettore de il Resto del Carlino, e del giornalista Marco Santangelo, tra i primi ad accorrere nei luoghi più colpiti per testimoniare, con immagini e parole, la devastazione provocata dall’alluvione dello scorso anno. Il film è accompagnato dalla colonna sonora di Marco Reno Solferini. Media partner è Sky Tg24, che proietterà nelle prossime settimane il documentario on demand. Un racconto di 60 minuti, con interviste a salvati e salvatori, immagini drammatiche, interventi di soccorso e audio inediti con le chiamate di emergenza in quelli notti di paura, travolti da acqua e fango.

Una serata di emozioni e ricordi, condotta da Marco Bilancioni, caposervizio della redazione forlivese del Carlino, anche per non dimenticare il dramma vissuto da tanti romagnoli e i problemi che ancora coinvolgono diverse persone. "Con questa opera – spiega Baroncini – abbiamo raccontato le storie di dolore, sopravvivenza e speranza di alcune famiglie colpite. Il messaggio che abbiamo lanciato è questo: si può vedere e vivere il finimondo, ma si può andare avanti". Gli fa eco il giornalista Marco Santangelo che ricorda come "con videocamera e microfono abbiamo incontrato le persone che sono al centro del nostro docufilm, con i loro traumi psicologici e la loro vicenda umana". Presenti, fra gli altri, il questore Claudio Mastromattei, Alessandra Bucchi del Comitato vittime del fango, alluvionati ed esponenti delle associazioni economiche e di categoria, con un pubblico attento e partecipe nel ricordare una Romagna in ginocchio, ma non vinta. "È importante riflettere su quanto è successo – afferma il prefetto Rinaldo Argentieri – con aiuti provenienti da tutto il Paese e le istituzioni impegnate sul campo". "Abbiamo dato il nostro contributo – spiega Andrea Ferrini, consigliere della Bcc ravennate forlivese e imolese – con mutui agevolati ai cittadini per la ricostruzione post alluvione". "C’è ancora tanto da fare – spiega il sindaco Gian Luca Zattini – ma vedo in sala, per esempio, alcuni scout, a testimoniare la solidarietà espressa da diversi giovani di tutta Italia in quei terribili giorni. Occorre fare squadra e andare avanti insieme, stimolando il Governo a proseguire ad aiutarci per uscire da una situazione difficile".

"Non abbiamo avuto vittime – spiega Francesco Tassinari, sindaco di Dovadola – ma le nostre colline sono state pesantemente ferite e su 1600 abitanti abbiamo avuto 240 sfollati: c’è ancora tanto lavoro da fare". Sullo schermo scorrono anche le immagini dell’Eremo di Montepaolo, abitato dalla suore Clarisse, colpite dalle frane e poi anche dal terremoto. Toccante la testimonianza, al termine del docufilm, applaudito dalla platea, di Silvia Campana e Gianni Piolanti dell’osteria Il Casetto di Dovadola, sommersa da acqua e fango. "La terra aveva ricoperto tutta la casa – ricorda Campana – e nella prima settimana siamo rimasti in preda all’angoscia. Poi siamo ripartiti – aggiunge Piolanti – ma i problemi da affrontare sono ancora tanti".

Gianni Bonali