REDAZIONE FORLÌ

Il mobile imbottito continua a espandersi

L’alta performance del comparto forlivese: "Crescita dell’export del 18%, puntiamo ai paesi arabi e ai Balcani che adorano il made in Italy"

di Maddalena De Franchis

Più forte delle tensioni internazionali che mettono a soqquadro i mercati, più forte della crisi delle materie prime e dei continui capovolgimenti di fronte, dovuti all’andamento altalenante della pandemia in alcune zone del mondo. Nei primi tre mesi del 2022, il distretto del mobile imbottito di Forlì cresce del 18,7%: un aumento pari a +18,3 milioni di euro rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. È quanto emerge dal consueto monitoraggio dell’export dei distretti industriali emiliano-romagnoli, elaborato della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Secondo il rapporto, la performance lusinghiera del distretto – e, più in generale, di tutti i poli legati al ‘sistema casa’, tra cui le piastrelle di Sassuolo – sarebbe dovuta alla ripresa del mercato cinese, al raddoppio del mercato statunitense e alla tenuta di quello francese, che da solo copre oltre la metà delle esportazioni.

"Sono d’accordo su tutto, fuorché sulla ripresa del segmento cinese", è il commento di Gianmaria Conficconi, general manager di Cierre Imbottiti ed esponente della terza generazione dell’azienda, fondata cinquant’anni fa dal nonno Romano assieme alla moglie Cesarina. "Confermo una crescita dell’export intorno al 18% sia per il primo che per il secondo trimestre del 2022: si è trattato di mesi estremamente positivi. Ma la Cina, che aveva ricominciato a correre nei primi due mesi dell’anno, ha poi subito una battuta d’arresto, dovuta alla recrudescenza del Covid e al conseguente lockdown in alcune zone del Paese. Per il secondo semestre, le aspettative sono di un ulteriore miglioramento dei numeri, trascinati proprio dalla riapertura del mercato cinese". Conficconi segnala anche, a sorpresa, una crescita del mercato russo - non ancora fiaccato, probabilmente, dagli effetti del protrarsi della guerra in Ucraina – e qualche avvisaglia di rallentamento del mercato europeo, specie nell’ultimo mese.

Ferruccio Tassinari, direttore commerciale di Gorini Divani, azienda forlivese che produce poltrone e divani di alta gamma e fonda il 98% del proprio fatturato sulle vendite all’estero, abbandona gli indugi e parla apertamente di un primo trimestre 2022 ‘fantastico, ben oltre le attese’. "Oltre ai mercati tradizionali e ormai consolidati, come Usa e Australia, guardiamo con entusiasmo ai Balcani, un’area vicina all’Italia sia geograficamente che culturalmente. Sono di ritorno da un soggiorno a Belgrado e ho incontrato clienti che adorano il made in Italy e sono disposti a investire in prodotti di fascia molto alta. L’obiettivo, ora, è raggiungere tutte le capitali, da Skopje (capitale della Macedonia) a Sarajevo, fino a Tirana". Non solo: tra i progetti da realizzare nel medio termine, Tassinari menziona anche l’incremento dell’export extra-europeo. "Il nostro attuale fatturato si realizza per il 40% fuori dall’Europa: puntiamo almeno al 70%, con l’estensione ai Paesi arabi e al rafforzamento della nostra presenza nel continente africano".

Più cauta Francesca Biondi, titolare di Blokresine, azienda specializzata nella lavorazione del poliuretano espanso per il mobile imbottito. "Ci muoviamo in un contesto prevalentemente nazionale", dice, "dunque l’impressione è stata di un inizio d’anno non felicissimo, complici la crisi delle materie prime e il caro energia. A luglio abbiamo registrato una ripresa promettente, ma guardiamo all’autunno col fiato sospeso. Risentiamo pesantemente di rincari che si susseguono, ormai, da oltre un anno, in particolare per il poliuretano espanso e la piuma d’oca. Di quest’ultima, i principali Paesi fornitori sono Cina e Ucraina, fattore che contribuisce a esacerbare una generale incertezza".