PAOLA MAUTI
Cronaca

Il Pd fa il pieno con Bonaccini. Nel mirino il governo sull’alluvione

Festa in piazza Morgagni col candidato sindaco Rinaldini. Frecciata a Di Maio per l’appoggio a Zattini .

Il Pd fa il pieno con Bonaccini. Nel mirino il governo sull’alluvione

Il Pd fa il pieno con Bonaccini. Nel mirino il governo sull’alluvione

L’affluenza martedì in piazza Morgagni inizia attorno alle 20, ora in cui sale sul palco il gruppo musicale indie-pop di Meldola ‘Khorakhanè’. Quando arriva il presidente della Regione piazza Morgagni è piena: ci sono almeno 400 persone ad ascoltare il candidato sindaco del centrosinistra Graziano Rinaldini e il capolista del Pd alle Europee (circoscrizione nord-est) Stefano Bonaccini. A fare gli onori di casa i dirigenti locali del Pd: "Bisogna essere carichi a palla per portare a casa la vittoria", esorta Gessica Allegni, segretaria territoriale dem, sul palco accanto al segretario regionale e a quello comunale, ovvero Luigi Tosiani e Michele Valli.

Poi Rinaldini: "Ho percorso 12mila chilometri e incontrato 4mila persone – dice – in un lavoro straordinario che ci ha impegnati tutti". E snocciola i titoli fondamentali del suo programma, "scritto da 300 persone": i quartieri ("Non hanno nessuna importanza per l’attuale amministrazione"); i rimborsi agli alluvionati ("Non si è visto ancora niente") e un assessorato alla Ricostruzione; la sanità (con il rafforzamento del Pronto soccorso, puntando allo sblocco delle assunzioni e all’eliminazione del numero chiuso a Medicina"); il piano contro il cambiamento climatico (primo obiettivo "rendere drenanti oltre 5.000 ettari di strade e marciapiedi; piantare alberi, tenendo conto che Forlì ne ha 44 ogni 100 abitanti e Modena ne ha il doppio". Rinaldini inoltre ironizza sulle foto del sindaco Zattini con l’ex deputato ed esponente di Italia Viva Marco Di Maio, "che sarebbero state fatte per amicizia".

Anche Stefano Bonaccini si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "Questo governo – dice – è anche il mio governo, perché ho rispetto per le istituzioni ed è quello che avrei voluto nei miei confronti. La destra dice che io scappo: se mi volevano qui – continua Bonaccini – avrebbero dovuto nominarmi commissario alla ricostruzione e non l’hanno fatto perché hanno un’idea proprietaria delle istituzioni". Inoltre, "l’attuale sindaco a volte accusa la Regione per quanto successo sul territorio. Ma è stato un evento mai registrato, con una quantità di acqua che equivale a 11 dighe di Ridracoli tutte insìeme sulla Romagna".

Parla dei finanziamenti e della carenza di personale tecnico dedicato alla ricostruzione presso i Comuni e fa riferimento al terremoto di 15 anni fa e al credito d’imposta alle banche, utilizzato allora come strumento per finanziare la ricostruzione: "Gli abbiamo spiegato l’importanza di quello strumento e hanno finalmente deciso di inserirlo nella legge di bilancio a fine anno. Ma, siamo a giugno e non ci sono ancora i decreti attuativi. Il 17 gennaio siamo venuti tutti qui e abbiamo ringraziato Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen che hanno deciso di stanziare un miliardo e 200 milioni di euro dal Pnrr: ma siamo a giugno e non c’è ancora il decreto". Pure sui beni mobili, "va inserito in un decreto che sono rimborsabili e non lo hanno ancora fatto".

Sulle Europee, Bonaccini osserva che "non era mai successo che l’estrema destra potesse governare ma stavolta è possibile. In quella estrema destra ci colloco anche Meloni, che ha messo in lista subito dopo il suo nome quello di Sergio Berlato, per il quale la pandemia è stato un imbroglio; e c’è Salvini, che ha candidato Vannacci, per il quale Mussolini è stato uno statista".