Il vescovo Livio Corazza: "Sì all’ora di religione: i ragazzi conoscono la storia e loro stessi"

Nella diocesi, partecipa il 79% degli studenti. Il messaggio alle famiglie (anche a chi non crede): "È un’ora di libertà che ha valore culturale".

Il vescovo Livio Corazza: "Sì all’ora di religione: i ragazzi conoscono la storia e loro stessi"

Il vescovo Livio Corazza: "Sì all’ora di religione: i ragazzi conoscono la storia e loro stessi"

Il vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, ha inviato un messaggio alle famiglie e agli studenti in vista della scelta di avvalersi o meno dell’Insegnamento della religione cattolica (il testo integrale è stati pubblicato sul sito della diocesi, www.diocesiforli.it). Dopo aver ricordato che quasi il 79% degli alunni forlivesi frequenta l’ora di religione a scuola, così come nella media nazionale, il vescovo spiega: "Le motivazioni per avvalersi di questo insegnamento sono almeno tre. Innanzitutto culturali: si conosce l’origine e il significato delle feste. Abbiamo appena finito di celebrare il Natale, fra un po’ arriverà la Pasqua, e noi forlivesi festeggeremo la Madonna del Fuoco. Quali sono le origini e il significato di queste feste? A Forlì ci sono centinaia di chiese, eventi storici che hanno segnato la storia della città e molti personaggi sono stati importanti per tutti, come la beata Benedetta Bianchi Porro, Annalena Tonelli, Lamberto Valli, Roberto Ruffilli, don Pippo, Claudio Chieffo, don Francesco Ricci… Conoscerli significa conoscere la storia di Forlì e ciò che i nostri occhi ci mostrano. Conoscere la Bibbia, il libro più stampato nel mondo, e conoscere anche le altre religioni".

Mons. Corazza, poi, evidenzia le motivazioni più personali, affermando che durante l’ora di religione "l’alunno diventa la materia scolastica". Il vescovo, che quando era sacerdote in Friuli è stato anche insegnante, spiega infatti che in quell’occasione "i ragazzi raccontano se stessi, condividono sentimenti e speranze, preoccupazioni ed esperienze. Imparano a raccontare di sé, ad ascoltare con rispetto le idee degli altri e ad avere il coraggio di sostenere le proprie. Con i ragazzi si affrontano i problemi dell’adolescenza e il rapporto con gli adulti. Si scambiano ideali e sogni per il proprio futuro". Dopo aver ricordato che durante l’ora di religione si possono approfondire anche "le questioni attuali e sociali più importanti del nostro tempo", il vescovo mette in evidenza la libertà che la contraddistingue, poiché nessuno è obbligato a frequentarla.

"Incoraggio tutti ad aderire all’insegnamento della religione cattolica. È un’ora di libertà – conclude – dove si vince l’ignoranza religiosa, si impara a conoscersi e ad accogliersi nell’unicità di ogni personalità, si impara a dialogare, a partecipare e a crescere insieme. In tempi di diffuso fanatismo religioso, di violenze verbali, di guerre fratricide, di indifferenza verso il prossimo, di intolleranza verso chi crede o verso chi non crede, credo che sia davvero utile a tutti frequentarla. Non penso che ci sia qualcuno che preferisce l’ignoranza! Ringrazio gli insegnanti di religione cattolica che con pazienza, competenza e passione offrono un servizio prezioso alle famiglie e a tutta la società".

Alessandro Rondoni