Il viaggio, tre mesi dopo "Territorio sotto shock"

Uno speciale di Presa Diretta su Rai 3 racconterà come ci stiamo rialzando

Le telecamere di Presa Diretta, programma d’inchiesta di prima serata su Rai 3, sono tornate in Romagna a tre mesi dall’alluvione del 16 e 17 maggio.

Riccardo Iacona, conduttore della trasmissione, cosa racconterete nella puntata che andrà in onda domani alle 21,20?

"La puntata s’intitola ‘Stato di calamità permanente’. Ci occuperemo di cambiamento climatico con un viaggio nei territori colpiti dall’alluvione. Il racconto andrà dalla montagna alla pianura. Cercheremo di capire se a più di tre mesi dall’alluvione in Emilia-Romagna, i soldi stanziati dal Governo sono sufficienti. E come mettere in sicurezza il nostro territorio dai fenomeni climatici estremi che stanno diventando sempre più ordinari".

Cosa l’ha colpita dell’alluvione in Romagna?

"L’aspetto sistemico di questo collasso territoriale dovuto alle piogge. Si tratta di un caso che è diventato meta di pellegrinaggio da parte di molti studiosi per cercare di capire cosa sia successo in una porzione di territorio così ampio, andato sotto stress. Poi mi ha colpito il fatto che siano state colpite le città, che sono l’epicentro di questo fenomeno. Questa cosa ha messo a rischio centinaia di migliaia di persone. Questo ci fa capire che l’equilibrio, che ha funzionato fino ad ora, è saltato per sempre nel giro di due notti".

Siete stati nei luoghi della catastrofe, dove in particolare per quanto riguarda Forlì?

"Soprattutto nel quartiere Romiti, abbiamo visto le casse di espansione sotto il Morgagni, una fabbrica ovicola sul Rabbi. Abbiamo intervistato il sindaco Gian Luca Zattini, la coordinatrice del quartiere San Benedetto Loretta Poggi e Alice Casadei, cittadina del quartiere Foro Boario. E poi alcuni esponenti di Forli Città Aperta, Fausto Pardolesi, membri della Protezione civile, Maria Giorgini della Cgil".

Come avete trovato le persone colpite dall’alluvione?

"Sotto shock per una cosa che non pensavano potesse capitare in città. Interi quartieri senza luce, il telefono che si spegne e poi vedi gli elicotteri che iniziano a volare sopra, con l’acqua che sale sempre più e sembra non volersi fermare. Questa è una cosa che mi ha colpito tantissimo. Ti fa toccare con mano come la sicurezza delle città sia saltata rispetto ai fiumi che, soprattutto in pianura, sono stati regimentati come corpi idraulici, ma corpi idraulici non sono".

Dopo oltre tre mesi la Romagna si sta riprendendo?

"Siete persone che non stanno certo con le mani in mano, tutti hanno fatto quel che si poteva e anche di più. Anche i Comuni. Ora serve il Governo, servono i finanziamenti grossi, quelli per ricostruire, ma anche ripensare tutto l’equilibrio del territorio. Con noi ci sarà in collegamento anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Cercheremo di capire se quanto previsto può bastare, ma anche come si dovrà ripensare il territorio, la montagna e la sua manutenzione in futuro. Sperando questa volta di aver imparato la lezione e che non succeda come con il Covid".

In che senso?

"Durante la pandemia tutti a elogiare la sanità pubblica: i nostri eroi. A dirsi che non sarebbe successo mai più e che la sanità andava difesa e finanziata. Appena passata la paura, tutto dimenticato e si è tornati indietro. Ecco, speriamo che questa volta non avvenga così".

Matteo Bondi