‘La Madonna del Fuoco a Forlì tra pestilenze, flagelli e devozione’ è il titolo del recente libro di Salvatore Ricca Rosellini. L’opera, presentata la prima volta nel giugno scorso, descrive sotto un profilo storico e culturale il riconoscimento della xilografia della patrona da parte della comunità civile. Il libro è realizzato dal Rotary Club col patrocinio del Comune. I fondi raccolti dalla vendita del volume (disponibile in cattedrale a 15 euro) andranno ai lavori di manutenzione della teca della Madonna del fuoco.
Ricca Rosellini, come è nato il suo libro?
"È nato dal desiderio del Rotary Club di Forlì di fare qualcosa nel ricordo della patrona, quando il Comune iniziò i lavori di restauro del monumento della Madonna del Fuoco nel 2023".
Il volume ha oltre 300 pagine, quanto tempo è stato necessario per concluderlo?
"Per quanto sia stato un lavoro enorme, con il passare del tempo mi sono appassionato e in un anno l’ho concluso. Grazie al prezioso aiuto di Gigi Mattarelli, ho poi fatto il lavoro di impaginazione e di grafica".
Lei è medico ed è solito redige testi tecnici. È stato complesso scrivere un libro così?
"Sicuramente è stato un ambito di ricerca nuovo per me. Nel 2019, avevo già utilizzato il metodo storiografico scrivendo ‘Il Rotary Club Forlì. 70 anni di Service (1949-2019)’".
Quali sono state le fonti da cui ha attinto?
"Ho attinto dall’archivio Piancastelli e dalla raccolta di scritti antichi del duomo. Ho collaborato con studiosi di arte sacra come Sergio Spada, don Franco Zaghini e Lorenzo Giganti. Per gli aspetti sanitari è stato fondamentale l’aiuto di Giancarlo Cerasoli, storico della medicina".
Ogni capitolo è ricco di flagelli naturali come epidemie di peste e colera. Perché?
"Innanzitutto, per la mia formazione professionale in medicina. Ma non solo, sul basamento della colonna che ospita la statua della Madonna del Fuoco accanto al duomo sono scolpite queste parole: ‘Alla moderatrice del sereno e delle piogge, preservatrice dalla peste e dal terremoto’": un legame quindi c’è.
Alcuni interpretano gli eventi della patrona come leggende, lei cosa ne pensa?
"Si può credere o no. Io racconto di eventi che sono legati a generazioni di forlivesi che pregavano la Madonna quando avevano un problema naturale come alluvioni e malattie. E al di là della fede, l’immagine della Madonna del Fuoco ha tre primati che la rendono unica in Italia".
Quali?
"È la xilografia più antica e meglio conservata al mondo. Nel 1637 Giuliano Bezzi scrisse ‘Il fuoco trionfante’, prima monografia mai dedicata a un’immagine stampata. Infine, nello stesso periodo fu realizzata una cupola, affrescata da Carlo Cignani, che potesse ospitarla; la prima ambientazione che sia mai stata offerta a un’immagine su carta".
Nelle battute finali troviamo accenni al Covid-19 e all’alluvione. Legami col passato?
"La peste del Trecento è stata affrontata a mani nude perché non c’erano terapie adeguate, lo stesso è stato nel 2020 con il Covid. L’alluvione ci ha ricordato che in passato la città era già stata colpita da esondazioni. Bisogna capire che la storia si ripete e forse c’è ancora bisogno di invocare l’aiuto della patrona".