REDAZIONE FORLÌ

L’anima fragile del Parco. Il fango della seconda ondata sul dramma immutato del ’23

Viaggio nell’area urbana cittadina dopo il diluvio della scorsa settimana: i danni non gravi si sono però assommati a quelli di 16 mesi fa. I lavori? Mai iniziati. Petetta: "Stiamo procedendo".

Viaggio nell’area urbana cittadina dopo il diluvio della scorsa settimana: i danni non gravi si sono però assommati a quelli di 16 mesi fa. I lavori? Mai iniziati. Petetta: "Stiamo procedendo".

Viaggio nell’area urbana cittadina dopo il diluvio della scorsa settimana: i danni non gravi si sono però assommati a quelli di 16 mesi fa. I lavori? Mai iniziati. Petetta: "Stiamo procedendo".

I lavori, la cui conclusione era stata preventivata dall’amministrazione prima della fine dell’estate, in realtà non erano ancora cominciati, quando il parco urbano è stato messo alla prova dalla seconda alluvione. La premessa è d’obbligo: fare un paragone tra le due calamità, almeno per quanto riguarda le conseguenze sul parco Franco Agosto, sarebbe azzardato. Se nel maggio 2023 la grande area verde si era trasformata in una cassa di espansione, finendo completamente sott’acqua, questa volta il Montone è rimasto negli argini, creando qualche problema solo nel sentiero che lo costeggia, percorso ogni giorno da centinaia di sportivi e amanti della natura. I danni di questa volta, però, vanno a sommarsi ai precedenti in una triste conta.

I primi problemi si vedono già nei sentieri che in alcuni tratti risultano incrostati di fango e praticamente impercorribili: qualche impronta attesta il passaggio di un runner coraggioso, ma la maggior parte dei frequentatori del parco inventano slalom fantasiosi alla ricerca del percorso più asciutto. Il laghetto, mai tornato limpido da un anno e mezzo a questa parte, non è stato toccato da questa piena: le anatre continuano a sguazzare, non infastidite da un’acqua torbida che urta unicamente il senso estetico umano. Per chi conosce il parco, non sono più una novità le recinzioni divelte e i tratti sostituiti da reti di fortuna. Uscendo dai cancelli del parco e costeggiando il fiume, il panorama non è troppo diverso da quello – comunque compromesso – al quale i forlivesi si stanno tristemente abituando. Eppure sono chiari i segni della piena che si vedono in tratti coperti di fango, in particolare avvicinandosi a porta Schiavonia, dove il fiume ha ancora una volta svalicato le balaustre, ma soprattutto nei cumuli di tronchi trasportati dalla corrente e poi abbandonati poco lontano dal letto del Montone. L’erba e gli arbusti sono ancora piegati dalla forza potentissima dell’acqua che, qua e là, ha lasciato anche cisterne, pezzi di lamiera e altri oggetti ormai irriconoscibili. La piena di metà settembre avrebbe divelto ancora una volta la passerella che conduceva al sentiero pedonale che porta a San Varano e, andando oltre, a Castrocaro? Si possono fare solo delle ipotesi: il guado di legno resse all’alluvione del 2023 per poi finire distrutto qualche mese dopo, in seguito a una piena minore che, però, trasportava pesanti alberature rimaste sull’alveo da maggio e da allora non è mai stato ricostruito. "La rimetteranno mai più?", si domanda nostalgica una runner che ha dovuto rinunciare a un tratto del suo percorso fluviale abituale. La risposta è sì, ma non è facile congetturare quando avverrà.

I lavori sul parco fanno a capo a diverse pertinenze: da una parte c’è l’area verde nella sua interezza, che dovrà essere riqualificata con fondi erogati dalla struttura commissariale (parliamo di un milione e 800mila euro per illuminazione, arredo, recinzioni, alberature e tanto altro ancora) e dall’altra ci sono laghetto e passerella, il cui ripristino spetta al Comune. In marzo l’assessore all’ambiente Giuseppe Petetta aveva ipotizzato che i lavori sarebbero stati a buon punto entro fine estate, ma così non è stato. "Per il laghetto – spiega Petetta – utilizzeremo i 500mila euro che ci furono donati da La7 e anche per la passerella sono già stati stanziati dei fondi. È in corso la progettazione". Diverso il discorso per il comparto che riguarda il governo: "Stiamo aspettando l’ordinanza 13 bis che finanzierà gli interventi, così che possano partire con i progetti. È vero, pensavamo che i tempi sarebbero stati più celeri, ma comunque le cose stanno procedendo. La priorità, naturalmente, è andata agli interventi di somma urgenza, ma l’attenzione verso il parco è comunque sempre alta". Nel frattempo, pur due volte ferito, il parco urbano continua a essere vissuto ogni giorno da chi lo ama e, con pazienza, aspetta che la natura e la burocrazia facciano il loro corso.

Sofia Nardi