Lavoratori Crai a rischio. Cassa integrazione al via e fissato un nuovo tavolo

Incontro ieri in Provincia con i sindacati e i le aziende coinvolte, quella uscente, però, non si presenta. Cgil, Cisl e Uil: "Un teatro dell’assurdo".

Lavoratori Crai a rischio. Cassa integrazione al via e fissato un nuovo tavolo

Lavoratori Crai a rischio. Cassa integrazione al via e fissato un nuovo tavolo

Su 23 lavoratori (molte, in realtà, sono lavoratrici con oltre 30 anni di servizio) ne saranno riassunti 12/14, tanti ne sono disposti a mantenere i nuovi titolari. Gli esuberi, ironia della sorte, avverranno proprio dal primo maggio, festa dei lavoratori, quando la Crai di via Balzella chiuderà definitivamente i battenti e cederà il passo al marchio cinese Mood Maison. I dipententi e i sindacati, però, non ci stanno, perciò da quasi una settimana stanno organizzando picchetti quotidiani di fronte alla sede della Crai.

Una protesta che, ieri, si è spostata in piazza Morgagni, davanti alla sede della Provincia dove si è tenuto un tavolo che ha coinvolto il presidente Enzo Lattuca e della consigliera delegata Luciana Garbuglia, oltre all’assessora del Comune Paola Casara, Annalisa Valmori e Vanni Salatti dell’Agenzia regionale per il lavoro, Mirela Koroveshi di Filcams Cgil, Matteo Fabbri di Fisascat Cisl, Anna Lisa Paterna di Uiltucs Uil.

I titolari della società subentrante non hanno partecipato, ma sono stati rappresenti da Mario Montanari di Ascom Cesena, mentre Amaco Retail (a cui fa capo Crai) non ha partecipato all’incontro se non con il collegamento da remoto di Luca Massacessi di Ascom Lugo, in qualità di consulente, ma senza la delega a trattare da parte della proprietà.

"Il teatro dell’assurdo", questa la definizione che le tre sigle sindacali danno dell’incontro di ieri. Nel mirino, in particolare, Crai "che continua a trincerarsi dietro una presunta, ma non veritiera, salvaguardia dell’occupazione tramite la cessione del ramo d’azienda, volendo in realtà ignorare le proprie lavoratrici e lavoratori che si trovano invece ad affrontare uno scenario incerto, sia per quanto concerne l’esubero di personale già conclamato da Mood Maison, sia per l’assenza di un chiaro piano industriale di quest’ultima".

Dal canto suo la Provincia ha chiesto l’apertura immediata della richiesta di cassa integrazione straordinaria ha riconvocato il tavolo a stretto giro (il prossimo sarà l’8 maggio alle 10) in modo da poter discutere con i legali rappresentanti di Amaco e Mood Maison, e "nel frattempo – spiegano i sindacati – le lavoratrici e i lavoratori passeranno alle dipendenze della cessionaria alle stesse condizioni contrattuali, venendo collocati rapidamente in cassa integrazione straordinaria".

"Disdicevoli", secondo Cgil, Cisl e Uil, le posizioni dei rappresentanti delle aziende che hanno "ignorato le condizioni delle lavoratrici e i lavoratori e gli evidenti esuberi, perciò continueremmo con la vertenza per tutelare le lavoratrici e i lavoratori coinvolti e la loro dignità". La nota dei sindacati si conclude con una riflessione sul commercio di via Balzella e dintorni: "Temiamo che questo possa essere solo la prima di una serie di chiusure dovute alle incontrollate aperture commerciali nella zona. E’ importante pertanto ricondurre a ragione scenari di questo tipo, in quanto si corre il rischio di aprire fronti che potrebbero consentire alle aziende facili vie per liberarsi del proprio personale".

Sofia Nardi