L’ex primario di Sara Pedri: "Ora immediato reintegro. Su di lui accuse inconsistenti"

Nota del legale dopo che l’Azienda sanitaria di Trento ha detto di non aver più fiducia "Venga rispettata la sentenza del giudice del lavoro. Maltrattamenti? Episodi modesti".

L’ex primario di Sara Pedri: "Ora immediato reintegro. Su di lui accuse inconsistenti"

L’ex primario di Sara Pedri: "Ora immediato reintegro. Su di lui accuse inconsistenti"

Ennesimo capitolo della tragica vicenda che ha coinvolto Sara Pedri, la ginecologa forlivese scomparsa due anni fa: l’ex primario di Ginecologia a Trento Saverio Tateo rischia il processo penale per maltrattamenti (udienza preliminare a novembre) ma il giudice del lavoro ha invece chiesto all’azienda sanitaria di reintegrarlo: il licenziamento, a suo dire, è illegittimo.

"A fronte di una pronunzia così puntuale, appare inammissibile la pretesa dell’Azienda di non sentirsi vincolata alla condanna contenuta nel dispositivo – scrive Vicenzo Ferrante, legale di Saverio Tateo – né si può accettare che, per il lavoratore, l’aver rivendicato i propri diritti, vedendoli poi riconosciuti dal Giudice, possa costituire motivo perché l’Amministrazione Pubblica dichiari che è venuta meno la propria ‘fiducia’ nel dipendente". Tateo era stato licenziato dopo un’indagine interna dell’Azienda sanitaria in seguito alla bufera scoppiata nel reparto dopo la scomparsa di Pedri, di cui si sono perse le tracce dal 4 marzo 2021.

Ferrante interviene dopo che l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ha diffuso una nota molto dura nei confronti dell’ex primario. "Il rispetto per gli ordini impartiti dal giudice impone, infatti, che alla sentenza si dia corretta esecuzione senza sotterfugi e senza invocare pretese situazioni di incompatibilità ambientale, di certo mai fatte oggetto di accertamento nel dispositivo della sentenza", sottolinea Ferrante. E sottolinea che "le circostanze poste a base del licenziamento siano state giudicate inconsistenti, insussistenti, ed anche solo ‘tardivamente’ contestate, perché, in tale ultimo caso, ci si trova dinnanzi a episodi lontani nel tempo e mai più ripetutisi, e così modesti da essere stati già ritenuti privi di ogni rilevanza disciplinare da parte dell’Azienda", conclude Ferrante.