Meloni e von der Leyen accolte dalla protesta. Associazioni in piazza: "Aiuti insufficienti"

Sono 24 le realtà che organizzano il presidio, dalle 12 di domani: ci sono Anpi, Cgil, ambientalisti e anche il quartiere San Benedetto. Nel mirino dei manifestanti "risposte tardive" di fronte a "bisogni urgenti". Appello anche per l’Appennino franato.

Meloni e von der Leyen accolte dalla protesta. Associazioni in piazza: "Aiuti insufficienti"

Meloni e von der Leyen accolte dalla protesta. Associazioni in piazza: "Aiuti insufficienti"

Il sit-in si chiama ‘Alluvionati in presidio’ e sarà organizzato domani fin dalle 12 in piazza Saffi in occasione della visita della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, prima dell’incontro previsto in municipio (ad accompagnarle ci saranno anche il ministro Raffaele Fitto, il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami e il presidente della Regione Stefano Bonaccini). Le massime rappresentanti del governo italiano ed europeo annunceranno da Forlì le risorse, pari a oltre un miliardo di euro, che andranno ad aggiungersi a quelle già stanziate dal Governo fino ad oggi, da impiegare per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio dopo la tragedia dell’alluvione.

La protesta (che inizierà un’ora e mezza prima dell’arrivo di Meloni e von der Leyen) è promossa da ben 24 sigle e associazioni: tra queste Anpi Forlì-Cesena, Cgil Forlì-Cesena (insieme a Federconsumatori, Sunia e associazione ‘Luciano Lama’), gli ambientalisti dei Fridays e dei Parents for Future, Legambiente, così come i ‘No Megastore’, i giovani universitari dell’Udi. Tra i quartieri, ci sarà il comitato Foro Boario-San Benedetto, in rappresentanza di una delle zone più colpite della città. Intendono "dimostrare pubblicamente – spiegano – una Romagna alluvionata che non si arrende e prende le distanze dagli annunci che si leggono sulla stampa e la condizione delle persone, delle imprese e del territorio. Sono passati otto mesi dalla catastrofe alluvionale che ha sconvolto il volto della nostra terra, rovinando la vita di migliaia di persone, precarizzando l’esistenza di intere vallate appenniniche, così come dei territori prossimi ai corsi fluviali, lacerando un intero tessuto economico, a cominciare dalle attività agricole. Crediamo di poter giudicare come assolutamente insufficienti, gravemente tardive ed estremamente farraginose le poche risposte giunte finora ai bisogni urgenti delle terre alluvionate, della popolazione che ci vive e ci lavora, denunciando una realtà assai lontana dai roboanti proclami iniziali".

Gli organizzatori colgono l’occasione della visita della premier Meloni e della numero uno della Commissione europea per rimarcare "il sostanziale nulla di fatto per quanto riguarda aiuti e sostegni a privati, con l’arrivo di soli 3-5mila euro per chi è riuscito a concludere la domanda, così come l’esclusione dei tanti che hanno avuto danni alle pertinenze, segnalando un limite evidente di risorse stanziate rispetto ai danni stimati. I risarcimenti non sono dunque al 100%, ma molto parziali, sia nell’ammontare delle somme che nell’esclusione dei beni mobili, al pari del mancato riconoscimento sulle mutilazioni produttive presenti e future di tante imprese, in particolare quelle agricole". Nello specifico, il governo cerca una soluzione per i beni mobili (arredamento ed elettrodomestici), mentre il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha chiarito che non è possibile risarcire il mancato guadagno. "A ciò – spiegano i manifestanti – si aggiunge la frustrante macchinosità burocratica delle procedure, in assenza di un concreto aiuto delle istituzioni nella gestione delle domande".

Centrale è inoltre il tema dello stato di insicurezza idrogeologica della montagna, della collina e delle valli, sul quale non sono chiare le progettazioni e i tempi dei ripristini. "Invitiamo perciò la cittadinanza, le associazioni, le organizzazioni sindacali e ogni realtà a partecipare al presidio dimostrativo nei pressi del monumento ad Aurelio Saffi a partire dalle 12, per far presente alle istituzioni che l’emergenza non è affatto finita e occorre tenere i riflettori ben puntati"

Gianni Bonali