
Iris Versari e Silvio Corbari
"Nel film ‘Corbari’ del regista Valentino Orsini, nel 1970, la partigiana Iris Versari veniva offesa dal punto di vista umano e morale, per questo la famiglia fece causa. Invece il libro di Walter Veltroni la racconta con delicatezza, rispetto e secondo la narrazione storica". L’avvocato Roberto Campisi, oggi ultranovantenne, difese fratelli e nipoti di Iris (insieme all’amico e illustre collega Roberto Pinza): "Il film la presentava come una che entrava nei partigiani perché amante di Corbari, mentre Veltroni la racconta come donna partigiana alla pari di Corbari e degli altri della banda".
Anche Campisi era, giovedì sera, alla presentazione del libro nel salone comunale di Forlì. E i ricordi affiorano: "Il bello è che centrammo l’obiettivo. Il magistrato Berti del tribunale di Forlì ottenne la revisione della pellicola. Alcune scene erotiche furono tolte, compresa quella in cui il corpo nudo della protagonista, l’attrice Tina Aumont, è abbracciato dall’attore Giuliano Gemma". La sentenza le considerò "lesive al diritto e alla riservatezza della vita della partigiana Versari e in quanto allusive a un rapporto fra due persone di sesso diverso che non dovrebbe avere divulgazione, anche se il personaggio fosse storicamente definito".
Anche il romanzo di Walter Veltroni, ‘Iris, la libertà’, racconta dell’amore tra i due (Corbari era sposato e aveva un figlio) ma dando a Iris una dignità autonoma. Sul Carlino di giovedì, lo scrittore Walter Veltroni ha detto che il rapporto sentimentale fu per lei una complicazione, non certo un vantaggio, perché la rese più sola e isolata nel gruppo: "Lei non voleva essere considerata la donna del capo".
"Anche in tribunale ristabilimmo la verità storica – commenta oggi l’avvocato Campisi –, come sosteneva la famiglia e la storia: Iris andò nei partigiani perché quando arrivò il ‘Che Guevara’ della Romagna a Tredozio, lei era già in un gruppo partigiano, e sempre combatté alla pari, come il coraggioso stratega Casadei, anche se era l’unica donna della banda Corbari". Questa volta la storia è stata presentata in maniera diversa. "Ecco perché – conclude – anch’io mi sento coinvolto in questa storia e in questa commemorazione dell’eroina romagnola".
Quinto Cappelli