OSCAR BANDINI
Cronaca

Paura e solidarietà: "Un oceano di terra. Gli alberi camminavano. Il paese si mobilitò"

La testimonianza di Nobili: "Sfiorò la mia casa e distrusse quella accanto". Il materiale movimentato è stato stimato in oltre 4 milioni di metri cubi.

Il padrone di casa Pierluigi Nobili con il capo del cantiere Massimo Conficoni: la frana si fermò oltre il muro

Il padrone di casa Pierluigi Nobili con il capo del cantiere Massimo Conficoni: la frana si fermò oltre il muro

Pierluigi Nobili è proprietario dell’abitazione denominata la ‘Frana’: "Quel giorno di 15 anni fa, vidi un oceano di terra e pietre che si increspava scendendo a valle, come onde del mare. Sfiorò la mia casa e distrusse quella ad uso turistico di Orto Campone. Se la mia abitazione principale si è salvata lo devo alle ditte che intervennero subito per deviare lo smottamento che stava colpendo il fianco del garage". I ricordi di quei giorni, il 18 e 19 marzo 2010, sono precisi: "I segni della frana erano già evidenti nel tardo pomeriggio di giovedì. Il sindaco Foietta mi consigliò di evacuare. Io decisi di rimanere anche se fu una notte insonne. Portai mia moglie a Corniolo da una parente mentre i miei figli erano, per fortuna, lontano per studio e lavoro".

Massimo Conficoni fu nominato sul campo dall’allora capo della Protezione civile regionale Demetrio Egidi responsabile del cantiere sulla frana: "Per prima cosa – ricorda – attivai le ditte locali per far arrivare mezzi e uomini per alleggerire la pressione sulla casa di Nobili. Contare su personale del posto è stata una scelta vincente: tutti erano molto motivati a dare una mano ai corniolesi. Abbiamo fatto tutto in tempi record, nessuno si risparmiò: ne sono orgoglioso".

Flavio Foietta è stato sindaco di Santa Sofia dal 2004 al 2014 e ricorda bene quei momenti: "Gabriele Mariani, un ispettore della Forestale, mi telefonò dicendo che a Corniolo vedevano gli abeti camminare. Era impressionante sentire il boato dei massi che cadevano da monte e la terra sottostante. La frana scendeva e cresceva come un’onda". La casa di Nobili era salva, ma Corniolo era isolata, il primo pensiero era per la viabilità. Poi per il fiume: "Era sbarrato, il lago che si formò era pericolosissimo per tutte le strutture a valle. Il Comune dette il via immediato ai lavori di contenimento e di ripristino senza avere stanziato fondi. In seguito Romagna Acque ci garantì il primo finanziamento di un milione di euro; poi vennero i fondi della Regione. Ci fu una coralità di partecipazione, di organizzazione. E la popolazione fu sempre coinvolta".

Fausto Pardolesi è stato responsabile di cantiere dell’ex Servizio Tecnico di Bacino. Recentemente è andato in pensione, e ha confessato che quello di Corniolo è stato l’intervento più difficile della sua lunga carriera, perfino più di quelli, più recenti, dell’alluvione 2023: "Quando arrivai, si sentiva in alto il crollo del materiale e lo schianto degli alberi nel bosco di pino nero. Rimasi lì per anni a seguire tutti i progetti e i cantieri che si sarebbero attivati. Il materiale movimentato dalla frana è stato stimato in oltre 4 milioni di metri cubi, il piede della frana ha interessato l’alveo del Bidente ostruendolo e innalzandolo di oltre 20 metri". Proprio quella parte andava stabilizzata: "L’abbiamo fatto con un sistema di 10 briglie". A distanza di anni, "ricordo con piacere questo lavoro per il legame che si è instaurato fra tutte le persone coinvolte. Si è lavorato di giorno e di notte, e alla fine possiamo dire che abbiamo fatto un buon lavoro".

Leonardo Pisanelli, presidente della Pro loco di Corniolo, dà uno sguardo al presente: "Due considerazioni. La prima riguarda l’atteggiamento positivo di tutta la comunità di Corniolo: ci fu tanta solidarietà per risolvere il problema della riapertura della Bidentina in tempi rapidi. La seconda riguarda il futuro, perché il lago di Poggio Baldi che si è formato dopo la frana è diventato una attrazione turistica, escursionistica e naturalistica importante per tutta l’area. In tempi brevi speriamo che con l’associazione Outdoor Romagna si possa arrivare anche a dar vita al campeggio sull’acqua ‘glamping’. Una prospettiva nuova che aggiunge originalità a una vacanza che già di per sé sarebbe unica ed esclusiva".

Oscar Bandini