Pd, il ritorno di Zanetti: "Lotto per i diritti civili. Guidata dalla destra, la città è peggiorata"

Già consigliere comunale, se ne andò con Renzi: ora sostiene Schlein

Pd, il ritorno di Zanetti: "Lotto per i diritti civili. Guidata dalla destra, la città è peggiorata"

Pd, il ritorno di Zanetti: "Lotto per i diritti civili. Guidata dalla destra, la città è peggiorata"

Lodovico Zanetti, classe 1961, pubblicitario, ex consigliere comunale, meglio noto come Vico, ha presentato ieri le ragioni della sua candidatura nella lista del Pd alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Per farlo, cita, tra gli altri, Antonio Gramsci e dice di "non poter restare indifferente di fronte al degrado della città, governata certamente da brave persone, ma del tutto prive di visione". E per delineare il suo pensiero, cita Aldo Capitini, "per il suo pacifismo, la non violenza e per l’idea del benessere animale". E l’Ulisse di Pascoli, "per la sua tenacia e aspirazione alla conoscenza". Quanto al sostegno a Graziano Rinaldini (che ha ringraziato con la propria presenza) "penso che la città abbia bisogno di un grande manager e Graziano lo è".

Zanetti aveva lasciato il partito ai tempi della segreteria di Matteo Renzi, "non in polemica con i dirigenti locali ma in conflitto con la politica nazionale del partito". Ha ripreso la tessera in occasione dell’ultimo congresso nazionale, per schierarsi a sostegno di Elly Schlein. Mentre nel congresso territoriale ha sostenuto Alessandro Gasperini, che ha ceduto il passo a Gessica Allegni. Noto in città per il suo impegno anche in quanto presidente dell’Anpi forlivese e coordinatore territoriale dell’Uaar (Unione Atei Agnostici Razionalisti), si è autosospeso da entrambe le cariche. E annuncia che si si dimetterà in caso di elezione. Il suo cavallo di battaglia? La difesa dei diritti civili: lo rivendica come tratto distintivo da consigliere nella giunta Drei, e così in caso di ri-elezione. "Mi batterò in difesa dei diritti, per avere una camera del commiato, perché questa sia una città laica, come la voleva Aurelio Saffi". E continua con un affondo contro la Giunta uscente: "La città è molto peggiorata in questi anni. In campagna elettorale nel 2019 la destra ha parlato di rilancio del centro storico, ma le attività commerciali sono in crisi, ci sono ulteriori chiusure. E sulla sicurezza li ha criticati anche la Confcommercio".

Capitolo a parte sulla cultura: "C’è questa idea di spostare la collezione Verzocchi, quando bisognerebbe intervenire sul Museo archeologico, sul Palazzo del Merenda, il Santarelli. Per eliminare la pensilina hanno speso oltre 100mila euro per fare, in quello spazio, un palco. E che dire dell’inadeguatezza del sindaco al momento dell’alluvione? Danno la colpa di tutto ciò che non va all’eredità lasciata dalla vecchia giunta. Ma se hanno candidato l’ex assessora allo sport, vuol dire che non era tanto male", conclude Zanetti con un pizzico di ironia, riferendosi alla candidatura di Sara Samorì nella lista civica ‘Forlì Cambia’, a sostegno del sindaco uscente Gian Luca Zattini.

Accanto a Zanetti c’è Flavia Cattani, segretaria del circolo Pd del Centro storico. "È la prima volta che mi candido e penso che questa città vada riprogettata in funzione di chi ci vive – spiega –. Penso ai diritti delle donne, agli studenti, anche quelli fuori sede, agli anziani, ai lavoratori. Al contrario, in questi anni c’è stato uno spreco di risorse per iniziative ‘ludiche’: hanno fatto scelte irresponsabili". Insomma, è il pensiero dei due candidati, "Forlì deve tornare a splendere, non a brillare", come sosteneva uno degli slogan della giunta per il centro storico.

Paola Mauti