Pericolo voragini In piena notte sgomberato un intero palazzo

Via Locchi, evacuato edificio: "Dovete uscire". Sono 12 le famiglie (26 persone) allontanate. Controlli a fondamenta e tubature del gas.

Pericolo voragini  In piena notte  sgomberato  un intero palazzo

Pericolo voragini In piena notte sgomberato un intero palazzo

Le luci fuori sono quelle di vigili del fuoco e polizia locale. I rumori dei passi ruvidi degli anfibi sulle scale nel ventre della palazzina, poco dopo, sono seguiti dai moniti dei pompieri: "Dovete uscire, dovete uscire!". Un altro incubo scuote la notte. Sono le 3.45 tra ieri e domenica. In via Locchi si sgombera un intero condominio: 26 persone, 12 nuclei famigliari. Terrore, straniamento. Angoscia, nei residenti costretti a lasciare i loro alloggi. Qualcuno un posto dove andare ce l’ha, dopo una rapida chiamata al cellulare. Altri vengono sistemati temporaneamente nei vari punti d’accoglienza eretti in città questi giorni d’inferno e fango.

L’ordine è perentorio. Ci sono voragini, là fuori. In strada. Tre i crateri piu estesi. Uno preoccupa più di tutti gli altri. La sua gola ha appena ingoiato mobili ed elettrodomestici. Ex elettrodomestici. Ex mobili. Ora solo rifiuti. Poco dopo altri crepacci compaiono nelle vie adiacenti. E tutto il quartiere continua a restare senza luce, senza gas.

La notte è al suo zenit, ma il sonno dev’essere subito spezzato; ora, prima che sia troppo tardi. L’ordinanza di sgombero del Comune, dopo aver vagliato i pareri tecnici dei vigili del fuoco, arriva immediata. Istantaneo è pure l’approdo in forze in via Locchi – uno degli epicentri maledetti dell’alluvione, Cava e Romiti – dei camion e dei mezzi dei pompieri di viale Roma accompagnato dalle auto di servizio della polizia locale. "Dovete uscire, subito!".

Dopo lo sgombero scattano gli accertamenti sulla tenuta statica della palazzina. Si teme che la piena del fiume Montone, il più distruttivo dei corsi d’acqua, fecondato a dismisura dalle 36 ore ininterrotte di pioggia tra martedì e mercoledì scorsi, abbia compromesso le fondamenta dello stabile. Ma non solo quello: tutti gli altri edifici, tra oggi e domani, verranno passati al vaglio dai tecnici. Si temono altre evacuazioni.

Il problema però non è solo quello della tenuta delle fondamenta delle case. C’è il pericolo delle fughe di gas, con bolle carsiche che corrono sotto gli asfalti. E poi le acque torrentizie hanno messo a dura prova tubature, fili, centraline elettriche. Per non parlare dei fanghi che hanno ingozzato tutti i tombini. Sul posto arrivano il sindaco Gian Luca Zattini e l’assessore Vittorio Cicognani. I residenti sono sfiniti. Si avvicinano, terrorizzati. Chiedono. Parlano tra loro. Si sostengono, ma l’angoscia si desta e chiede: "Quando finirà questo inferno?".

Maurizio Burnacci