Piadine per Ursula: "Ricordo il profumo". E il Comune le regala a lei e a Giorgia

Non sono mancati i momenti divertenti: come quando Meloni, troppo veloce nel parlare, si è scusata con la traduttrice.

Piadine per Ursula: "Ricordo il profumo". E il Comune le regala a lei e a Giorgia

Piadine per Ursula: "Ricordo il profumo". E il Comune le regala a lei e a Giorgia

Una piazza Saffi fredda, umida e blindata fin dal mattino, piena di automezzi delle forze dell’ordine e transenne, ha accolto Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen. L’auto è entrata direttamente sotto il voltone, causa pioggia. Ore 13.30, come previsto. Ma l’incontro bilaterale tra le alte cariche è andato avanti nella sala della giunta per circa 50 minuti, contro i 10 annunciati. Anche la sala è stata scelta all’ultimo: come possibile sede dell’incontro era stato predisposto anche l’ufficio del sindaco.

Nel frattempo, il salone comunale era già gremito, come imponeva il rigido cerimoniale. Lo spazio si presentava al tempo stesso familiare e dissimile rispetto al solito: sul fondo erano disposte le grandi telecamere delle reti televisive pronte a riprendere l’evento (80 le testate giornalistiche accreditate), mentre di fronte alla platea erano disposti due leggii di plexiglas trasparente, sistemati a qualche metro l’uno dall’altro. Bandiera italiana di fianco a Giorgia Meloni, europea per Ursula von der Leyen. Una cospicua fetta di sedute sul lato sinistro erano riservate ai sindaci: sono, infatti, stati invitati tutti i primi cittadini e le prime cittadine delle città e dei paesi del comprensorio di Forlì-Cesena . Il salone, però, nonostante tutto si presentava privo di particolari abbellimenti, ad eccezione di quattro pannelli, gli stessi utilizzati al San Giacomo durante gli ‘stati generali’, che mostravano alcuni scatti dell’alluvione.

"Arrivano?", "Sento dei passi, sono loro?". L’arrivo di Meloni e von der Leyen in piazza, in realtà, non ha avuto bisogno di proclami, ma è stato annunciato dai fischi e dalle grida dei manifestanti che hanno atteso le due sotto una sottile pioggia gelata. Un cronista televisivo ha aperto una delle grandi finestre per rubare qualche ripresa, facendo entrare nel salone, insieme a un soffio di aria fredda, anche il boato della folla. "Le finestre devono stare assolutamente chiuse", è subito intervenuto un addetto alla sicurezza. L’occasione, del resto, non ammetteva deroghe al protocollo.

Nel salone, intanto, l’impazienza cominciava a serpeggiare. Molti hanno ingannato il tempo dando vita a colloqui tanto evidenti quanto riservati nei contenuti: il presidente della Regione Bonaccini (Pd) con il viceministro alle infrastrutture Galeazzo Bignami (FdI); la presidente del comitato ‘Vittime del fango’ Alessandra Bucchi con la parlamentare di Forza Italia Rosaria Tassinari; mentre il presidente della Provincia Enzo Lattuca con il commissario Figliuolo.

Meloni e von der Leyen hanno fatto il loro ingresso in sala alle 14.15, accompagnate da un applauso e dalle grida degli operatori tv che chiedevano ai presenti di non alzare i telefonini per riprese improvvisate. L’incontro è andato avanti con i sorrisi tra le due ospiti: "Grazie dear Giorgia", ha esordito Ursula – metà in italiano e metà in inglese – Ursula. Altro momento di ilarità quando Giorgia Meloni si è scusata con l’interprete (che fa parte dello staff di Palazzo Chigi) per aver elencato troppo in fretta le risorse stanziate dal Governo: "Un po’ veloce...", ha ammesso la traduttrice. La premier riparte: "Scusi, cerco di rallentare".

C’è stato spazio anche per un altro siparietto: "Quando arrivai a Cesena in maggio mi fu consegnata una piadini bread – così von der Leyen ha azzardato una traduzione in inglese – e ho ancora in mente il suo profumo". "Suona come una richiesta", ride Meloni. "Ma il sindaco me l’ha già data", ha precisato la leader Ue. Omaggio anche per Giorgia Meloni, naturalmente.

Alla fine, foto di gruppo per tutti: Giorgia Meloni ci ha tenuto a inserire nell’immagine che resterà nella storia anche il sindaco Gian Luca Zattini. E allora Ursula von der Leyen ha voluto farne scattare una che comprendesse tutti i sindaci con loro fasce tricolori.

Sofia Nardi