Razzismo ’sordo’ in campo: "Partita da sospendere"

Sui cori di domenica scorsa al ’Morgagni’ intervento di Bruno Molea presidente di Aics: "Tolleranza zero". Ma il giudice sportivo ignora l’accaduto.

Razzismo ’sordo’ in campo: "Partita da sospendere"

Razzismo ’sordo’ in campo: "Partita da sospendere"

Il caso razzismo allo stadio ’Morgagni’ non placa la sua scia di reazioni. L’episodio che s’è consumato domenica scorsa in occasione del match di campionato tra Forlì e Prato – quando alcuni spettatori hanno fatto bersaglio un paio di giocatori ospiti di colore, uno in particolare, con vergognose grida razziste – ha innescato l’intervento di Bruno Molea, candidato alle prossime elezioni europee per Forza Italia. Che ha pubblicato su Facebook una dura condanna.

"Gli ululati contro il calciatore di origine senegalese a Forlì, la mia città, sono vergognosi e insopportabili. Mi sollevano le condanne dei quattro club di sostenitori intervenuti e leggo con piacere il commento del Forlì Calcio, che prende le distanze e ricorda le iniziative messe in campo per l’educazione al rispetto e all’inclusione".

Molea, che da diciotto anni è il presidente dell’Aics e, dal 2016, capo della Confederazione Sportiva Internazionale, sottolinea che "resta la grande sconfitta della rassegnazione del 19enne preso di mira che dichiara ai giornali di essere abituato a queste situazioni. Quanta violenza c’è in tutto questo? Cosa serve ancora per capire che ci deve essere spazio per tutti e che non è certo il colore della pelle che determina l’appartenenza a una comunità?".

Molea, poi, esprimendo la solidarietà al giocatore del Victor, conclude: "Mi auguro che gli autori del riprovevole gesto capiscano la gravità dei loro comportamenti e che gli stadi diventino sempre di più luoghi educativi, con percorsi formativi. Da un lato una ferma condanna a queste forme di violenza, dall’altra tolleranza zero contro il tifo irregolare. A mio avviso in questi casi la partita va fermata come avviene di norma in serie A".

Detto ciò, nel comunicato del giudice sportivo della serie D non c’è traccia di quanto accaduto. Come recita un vecchio proverbio: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Franco Pardolesi