VALENTINA PAIANO
Cronaca

Restauro a San Mercuriale: "Il laser ridarà alle lunette colori e dettagli dimenticati"

La ditta specializzata: "La complessità dell’intervento comporta tempi più lunghi"

La ditta specializzata: "La complessità dell’intervento comporta tempi più lunghi"

La ditta specializzata: "La complessità dell’intervento comporta tempi più lunghi"

Il chiostro dell’abbazia di San Mercuriale, uno dei simboli di Forlì e patrimonio storico della città, è al centro di un intervento di restauro che punta a restituirgli la dignità perduta dopo anni di incuria. I lavori, avviati lo scorso anno dal Comune di Forlì, sono affidati all’impresa locale Materia Restaura, specializzata nel recupero di beni culturali. "Fin da subito – spiega il titolare Giorgio Garzaniti – ci siamo resi conto che l’impresa sarebbe stata molto complessa, e riguarda principalmente le pavimentazioni, il pozzo seicentesco e i dipinti superstiti ancora in loco. Soprattutto il lastricato e i dipinti necessitavano di un intervento profondo per consentire la fruizione del chiostro da un lato e riportare alla leggibilità la porzione di ciclo pittorico".

L’opera interessata dai lavori è poco conosciuta ma di grande pregio: "La lunetta racconta la vita e le opere di San Giovanni Gualberto, fondatore dell’ordine dei Vallombrosani, che custodì l’abbazia di San Mercuriale fino all’arrivo di Napoleone. Un’opera unica a livello regionale, sottostimata per troppo tempo mentre invece, insieme alle altre 19 lunette salvate dall’alluvione del 2023, costituisce un vero capolavoro".

I lavori, guidati da Viviana Mabel Turoni, restauratrice esperta, hanno visto il recupero del pozzo, delle pavimentazioni e dei muretti, così com’erano alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, secondo il progetto dell’architetto Gustavo Giovannoni. "Ogni singolo mattone – continua il proprietario di Materia Restaura – è stato controllato, sono state riprese tutte le stuccature pavimentali, perimetrali e l’intonaco, eliminando vari rattoppi cementizi che ne imbruttivano la visione".

Per quanto riguarda i dipinti "sono in fase di pulitura, utilizzando per la prima volta in città la tecnologia laser, che consente il recupero delle cromie originali e la riscoperta di figure e decori nascosti da patine molto adese". L’intervento nel chiostro è in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i beni artistici di Ravenna. "Il cambiamento della tecnica di pulitura, individuata a seguito di prove e di analisi di laboratorio, ha reso indispensabile allungare i tempi di lavorazione. Hanno inciso anche gli eventi climatici straordinari: gli eccessi di pioggia e le temperature estive elevate, hanno determinato sospensioni e rifacimento di lavorazioni più di una volta".

Garzaniti segnala anche altre criticità: "Spesso vediamo passanti che abbandonano rifiuti o lasciano i cani sporcare, intrusioni e atti vandalici al cantiere. Episodi denunciati alla Polizia locale. Sarebbe opportuno chiudere l’area, almeno di notte, per proteggerla". Si guarda al futuro del chiostro con fiducia: "Presto riprenderanno i lavori, che consentiranno alla cittadinanza di riappropriarsi di un pezzo fondamentale della propria storia".