"Risolvere il nodo dei posti letto"

Alberto Zaccaroni per 40 anni è stato chirurgo endocrinologo al Morgagni-Pierantoni, con ruolo anche di primario. Ora è in pensione....

"Risolvere il nodo dei posti letto"

"Risolvere il nodo dei posti letto"

Alberto Zaccaroni per 40 anni è stato chirurgo endocrinologo al Morgagni-Pierantoni, con ruolo anche di primario. Ora è in pensione.

Zaccaroni, cosa l’ha spinta a correre alle elezioni?

"Vedo che l’ospedale fa i conti con tante problematiche che vengono tutte gestite dalla direzione generale senza alcuna guida politica, invece io sono convinto che a dare le linee guida dovrebbe essere la politica e che dovrebbe farlo almeno per i prossimi 10 anni in modo da garantire una certa continuità".

È il principale problema del Morgagni-Pierantoni?

"Quello che se ne porta dietro molti altri è la mancanza di posti letto. Una volta al Pronto soccorso c’erano meno medici di adesso, eppure la situazione era gestibile. Succedeva perché molti pazienti venivano presi in carico dai reparti dove facevano tutti gli esami necessari. Oggi, invece, rimangono sulle spalle del pronto soccorso, da qui i tempi di attesa".

I Cau sono utili?

"In parte, ma non risolutivI. So che spesso chi va al Cau viene poi rimbalzato comunque al pronto soccorso".

Cosa potrebbe fare un politico?

"Dovrebbe studiare un modello diverso che preveda l’esistenza di un polmone espansibile di posti letto, ma anche di medici e infermieri, pronti a intervenire secondo necessità. Più in generale, deve lavorare sulla comunicazione tra medico e paziente e offrire una prospettiva a lungo raggio: oggi ogni direttore generale cambia il modello organizzativo, è ovvio che si crei caos".

Come risponderebbe al problema della carenza di medici, anche di base?

"Se oggi mancano i medici è sempre per una mancanza di organizzazione politica: si sapeva che tanti sarebbero andati in pensione in questo periodo e non si è saputo fare nulla. Ora si dovrà lavorare molto anche con i medici di base, sensibilizzandoli: non possono funzionare solo su prenotazione, ma devono offrire un servizio quotidiano al paziente che ha bisogno. Si possono creare reti di medici che lavorano insieme".

Sofia Nardi