MARCO BILANCIONI
Cronaca

Rivali divisi e diversi su tutto. Il sindaco punta sui grandi temi. Lo sfidante se la gioca in prima linea

Gian Luca parla di investimenti per il futuro (diga e non solo) e cerca di fare il pieno con i moderati. Graziano fa campagna ‘porta a porta’ e pressa su alluvione e cantieri, argomenti vicini alla gente.

Rivali divisi e diversi su tutto. Il sindaco punta sui grandi temi. Lo sfidante se la gioca in prima linea

Rivali divisi e diversi su tutto. Il sindaco punta sui grandi temi. Lo sfidante se la gioca in prima linea

Vicini, forse, non lo sono stati mai. Quando si sono trovati meno lontani, i rapporti tra Gian Luca Zattini e Graziano Rinaldini sono stati gelidi (e dire che si erano conosciuti molti anni prima: uno sindaco di Meldola, l’altro presidente di Formula Servizi). Da un momento di ‘furore agonistico’ è scaturita la celeberrima frase dei "50 anni di sfacelo": il fuoco cova sotto la cenere. D’altronde le campagne elettorali che si chiudono oggi sono state diverse, perfino opposte.

Zattini ha volato alto, senza essere altezzoso: diga, Cervese, polo aerospaziale, accordo con un grande luminare come Claudio Vicini. È il sindaco in carica (o per citare un’altra celebre – e discussa – frase, "il comandante in capo") e fa vedere di esserlo. Non nomina l’avversario, dice "vincerò" senza premettere "se". Dall’altra parte Rinaldini ostenta invece la propria presenza ‘in basso’, non in senso negativo: a lui, come una sorta di difensore civico, i cittadini inviano foto di marciapiedi malmessi e, soprattutto, tombini affogati dalle piogge. E lui non si tira indietro: va a parlare con gli addetti all’autospurgo, sfida il Comune sulle fogne, attacca sulla viabilità dei tanti cantieri cittadini (l’altro giorno piazza Cavour, ieri via Gorizia). Non a caso ha rivendicato più volte di aver spalato in mezzo al fango.

Zattini ha incontrato a Forlì (in meno di due anni) 13 ministri su 24, più la premier Giorgia Meloni, la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e svariati viceministri e sottosegretari. Racconta di buoni rapporti con la Regione (o meglio, con alcuni assessori...) e col sindaco di Ravenna. "E poi dicono che sono isolato...", fa pesare ai suoi rivali. Ai quali – grazie alla sua lista civica – ha portato via pezzi: Marco Di Maio, Sara Samorì, appunto Claudio Vicini. Ha portato sul palco chi, nel mondo della cultura o della solidarietà, ha detto "io l’altra volta non l’avevo votato". Quanti altri in Italia mettono d’accordo tanto il Popolo della Famiglia quanto Azione?

Dall’altra parte, alle spalle di Rinaldini c’è un Pd ancora ferito dalla storica sconfitta del 2019 e che, da allora, ha perso perfino i consiglieri regionali e i parlamentari; governa la Provincia, sì, ma col sindaco di Cesena. Eppure i dem hanno ancora forza per dare battaglia: nelle liste ci sono diversi coordinatori di quartiere e segretari di circoli, segno di un radicamento non scontato, gente abituata a metterci la faccia e a farsi votare. Da lì è nata una campagna molto ‘porta a porta’. "Ovunque andiamo c’è grande entusiasmo, soprattutto nelle periferie: la gente aveva bisogno di essere ascoltata", dice uno stretto collaboratore di Rinaldini. I civici di RinnoviAmo Forlì (e non solo) organizzano camminate: sui luoghi dell’alluvione, della storia, della cultura.

La sinistra ci mette insomma la propria presenza fisica. È così che prova a contrastare Zattini che cerca di sfondare nell’accampamento altrui. Vuole suscitare empatia tra sè e, addirittura, il pantheon di Pci e Pds: Zanniboni, che emularebbe dando il via a un nuovo grande invaso; Rusticali, al quale dedicherà il parcheggio del Campus; ha citato perfino Nadia Masini e ovviamente Drei, unico sindaco cattolico prima di lui. Rinaldini, sì, ha ricevuto la visita di vari leader nazionali – con Bonaccini ha un filo diretto – ma non è la chiave della sua corsa: nel suo quartier generale raccontano senza rimpianti di un big influente per il quale non si è trovata una data.

Se Rinaldini deve tentare un contropiede nel campo avversario lo fa citando la lettera di San Paolo Apostolo ai Romani: del resto – ha annotato con una punta di veleno il coordinatore della lista civica Michele Fiumi intervenendo sui cattolici che militano a sinistra – è stato scout e più a lungo del suo rivale... Anche se, forse, la mossa più insidiosa per il centrodestra l’ha messa a segno Rita, ‘angelo del fango’ minorenne: il 16 maggio scorso si è fatta fotografare col sindaco, per poi srotolare uno striscione che contestava il monumento da lui voluto.

Insomma, ancora una volta, strategie opposte. Zattini punta tanto sui social, sui video (compreso quello delle fogne...), mentre i sostenitori di Rinaldini scrivono appelli, documenti pubblici (quello, ormai celebre, dei 46 intellettuali). Le differenze personali, politiche e strategiche non potrebbero essere più marcate. E così la città che immaginano nei prossimi 5 anni.